Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee per poi intraprendere la strada di Food&Beverage Manager e CEO di una società del settore moda a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow.
La scelta di esonerare Sinisa Mihajlovic per “provare” Cristian Brocchi è stata tutta di Silvio Berlusconi. Non è mistero che al patron rossonero non piacessero nè il gioco, nè i metodi di lavoro, nè la comunicazione del tecnico serbo. E così, dopo la sconfitta contro la Juventus, al termine di una delle prove più incoraggianti del campionato, il “consiglio di guerra” di Villa San Martino ha ratificato quella che era una decisione nell’aria da tempo. Ma proprio l’assenza di un sensibile cambio di rotta che sta scatenando il malcontento dei tifosi nei confronti di Berlusconi. Oggi più che mai il Presidente è considerato causa dei problemi di questo Milan. Forse anche più di quell‘Adriano Galliani, contestato e ormai da illo tempore invitato a togliere il disturbo.
Brocchi, d’altronde, è una scelta presidenziale. E se Brocchi, com’era prevedibile, non compie miracoli, ecco che la colpa non può che ricadere su chi l’ha voluto in panchina per gli ultimi quaranta giorni della stagione. Sembra che sia stato Galliani a non concedere all’allenatore un contratto più lungo, che comprendesse da subito anche la prossima annata. Già, perché in caso di fallimento in queste giornate la responsabilità di una scelta “discutibile” sarebbe ricaduta su chi i contratti li firma e li mette in cassaforte. Da qui si può spiegare il “periodo di prova” non giudicabile per l’impalpabilità della squadra.
Nelle ultime ore è affiorata da più parti l’ipotesi di richiamare Mihajlovic, in pieno “stile Zamparini“. Qualche tifoso ha pure messo nero su bianco una petizione da presentare a Silvio Berlusconi. Premesso che il serbo andava tenuto in pace fino alla sera del 21 maggio, una eventuale retromarcia avrebbe del clamoroso e, francamente, del ridicolo. I tifosi del Milan non meritano l’attuale situazione e non meriterebbero qualcosa di peggiore sul piano dell’immagine. Ci sono ancora tre partite e una finale da giocare: 360 minuti di probabile agonia da affrontare senza per forza continuare a disfare squadre e staff.