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Pare che la squadra abbia incassato bene l’ennesimo “coup de folie” inferto dal Presidente dimostrando una grande maturità, soprattutto nel suo nucleo storico, la famosa parte sana e trainante dello spogliatoio. Abbiati, Abate e Montolivo si erano esposti chiaramente e pubblicamente in favore della conferma di Mihajlovic. E la squadra intera lottando contro la Juve aveva dimostrato che stava tutta dalla parte di Sinisa. Ciononostante il Presidente ha preso l’ennesima decisione “illogica” di quest’ultimo quinquennio.
Ma la squadra non si è sfaldata, nessuno si è fatto prendere dal sentimento di dimostrare al presidente che si è sbagliato di grosso a cacciare Mihajlovic. Anzi, fermo restando il rispetto e la stima per Sinisa (meritatissimi) la squadra ha continuato ad impegnarsi e a correre anche con il nuovo allenatore. A dimostrazione di una buona professionalità e di un attaccamento alla maglia che fino all’anno scorso non c’erano. E di questo bisogna dare merito sempre a Mihajlovic, che ha avuto il grande merito di far tornare a Milanello i concetti di “allenamento” e “sacrificio”.
Brocchi, da ragazzo intelligente qual è, ha saputo entrare in punta di piedi. Non ha voluto stravolgere i metodi di allenamento di Sinisa e non ha voluto minimamente “infangare” il lavoro fatto in precedenza. La squadra ha apprezzato la sua lucidità, superiore anche a quella di chi l’ha promosso allenatore. Cristian non è arrivato dicendo: “D’ora in poi saremo padroni del giuoco”, perché sa perfettamente che questa squadra, con questi giocatori e questa società non può permettersi di essere padrona di nulla. Purtroppo nemmeno del proprio destino. Quello che ha fatto e farà Brocchi sarà provare a imitare l’inimitabile Carletto Ancelotti che faceva credere al presidente di giocare con due punte e il trequartista, ma in realtà giocava con il suo amato “albero di Natale”. Brocchi ha concesso che i giornali e le tv mettessero in grafica la formazione con Bonaventura trequartista, ma in realtà lo ha fatto giocare partendo da sinistra, come faceva fino alla scorsa settimana. Bravo Cristian, la prima intuizione è stata giusta, quella di far contento il presidente cercando di non farci rimettere il rendimento della squadra. Obiettivamente questa, chiamiamola così, “diplomazia”, anche a livello dialettico, è quella che a Mihajlovic un po è mancata.
Ora abbiamo l’occasione di fare davvero tanti punti visto che giochiamo con tutte le ultime della classe (attenzione perché Carpi e Frosinone però lottano ancora per la salvezza), ma probabilmente li avremmo fatti anche con Sinisa. Possiamo però arrivare con il vento in poppa alla finale di Coppa Italia e provare a fare il miracolo. Contando sul fatto che la Juve ha già vinto lo scudetto e rischia di staccare un po’ la spina. Considerando soprattutto che il rinnovo di Allegri pare tutt’altro che scontato. Anzi, mi risulta che il nostro vituperato Max sia il primo obiettivo di Florentino Perez. Pensate se al posto di Allegri alla Juve invece che Paulo Sousa andasse davvero Mihajlovic! Ma di questo ci sarà tempo per parlare.
L’effetto è che la Juve potrebbe arrivare a Roma il 21 maggio con un allenatore in uscita, mentre il nostro potrebbe essere saldissimo al suo posto. E in questo caso, una difficilissima ma possibile vittoria in Coppa darebbe clamorosamente ragione alla scelta del Presidente. A proposito di “presidente” mi risulta che un anno dopo gli annunci imminenti di illustri testate Mr. Bee non abbia ancora acquisito un’azione del Milan. Al momento, come scrivevo di questi tempi un anno fa, ho più azioni io di Mr. Bee. E a questo proposito, memori della lezione, invito tutti a non esaltarsi per nuovi fantomatici acquirenti. Fino a prova contraria il 28 aprile i 90 milioni di perdita li ripianerà ancora Berlusconi. Di questo non dobbiamo scordarci, anche quando il Presidente fa scelte apparentemente incomprensibili. Dall’altra parte del Naviglio, di questi tempi, hanno qualche punto in più in classifica ma molte molte molte certezze in meno. Io non farei cambio. Saluti.