Ricordi, successi, gol, sconfitte terribili, paure, infortuni, interviste, fiumi di parole e di lacrime, emozioni di anni, di tanti anni, ma niente, niente che valga quanto quello sguardo prima di quel rigore. Manchester, 28 maggio 2003. E’ questione di un attimo, ma è l’attimo giusto. Per il Milan e per lui, Andriy Shevchenko. Il Milan è Campione d’Europa e Sheva si sente grande, davvero grande, per la prima volta.
Milan-Juventus, quindi, per lui non sarà mai una partita come le altre. Neppure adesso, che prepara nuove sfide, in nuove vesti. Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Andriy ha commentato la gara che si giocherà stasera a San Siro: “Sarà la solita battaglia. Fra Milan e Juve non sono mai partite spettacolari, non lo fu neanche la finale, ma contano tanto anche quando magari contano poco. Voglio dire, c’è sempre la tensione giusta e anche la tensione fa spettacolo. Credo che mai come in questo tipo di partite un attaccante debba saper lottare per trovare i suoi spazi e quei centimetri che fanno la differenza”.
Sui difensori della Juve: “Ha sempre avuto un impianto solido. Io ho conosciuto più generazioni di juventini, le prime gare contro di loro le ho giocate con la Dinamo Kiev. Tutti grandi avversari: Zidane, Del Piero, Inzaghi, Conte, Deschamps, Nedved, Vieri, Trezeguet. Ma ovviamente da attaccante mi rapportavo di più ai difensori: Buffon, Cannavaro, Montero, Iuliano, Ferrara…contro di loro era sempre dura”.
Ricordi vivi: “Ricordo tutto, d’altronde ero tra quelli che riguardava sempre le partite. Credo sia stato il mio grande pregio per tutta la carriera. La voglia di migliorarmi e di capire non è mai mancata. Appena finivamo di giocare mi rivedevo tutto. A parte gli ultimi anni (ride). Gli ultimi anno ho smesso perché era meglio così. Anche se devo dire che qualche partita buona l’ho giocata a fine carriera. Ricordo la partita con la Svezia nell’Europeo 2012. Stavo proprio bene lì”.
A proposito di Ucraina, ora la nuova esperienza da allenatore: “A dire la verità sono un allenatore in seconda e sto studiando. Sono molto curioso ed eccitata per questa opportunità che mi ha dato la federazione ucraina. Vivere un Europeo in panchina sarà bello, so che imparerò molte cose. Che allenatore sarò? E’ presto per dirlo, non ho ancora cominciato. Ma ho avuto la fortuna di lavorare con grandi allenatori e compagni, sono informazioni che ho immagazzinato e che mi torneranno utili in questa esperienza”.
Conte al Chelsea: “E’ una bella sfida per entrambi. Conte ha una mentalità forte, ha uno stile suo, le sue squadre sono riconoscibili. E credo che al Chelsea sia piaciuta la sua professionalità”.
Su Allegri: “Ci siamo conosciuti tempo fa quando era in un periodo sabbatico. Lo apprezzo molto e credo abbia fatto molti progressi. E’ cresciuto molto come allenatore: quando è venuto al Milan era giovane, nessuno immaginava bene le sue potenzialità e nessuno probabilmente immaginava che avrebbe avuto tanto successo alla Juve dopo Conte. Invece ha saputo superare le difficoltà e ripartire. La Juve è una grande squadra creata da Allegri e la società e lui è tra i grandi allenatori d’Europa”.
Infine, sulla sfida di stasera e sul momento del Milan: “Ogni club vive momenti delicati. Per tornare a vincere il Milan deve prima di tutto qualificarsi in Champions. La squadra si sta formando, ha giocatori nuovi, come Bacca, un attaccante che mi piace molto. Ci vuole tempo per assemblare, ci vuole pazienza. Ora la Juve è tanto avanti in classifica, ma sono convinto che anche questa partita sarà combattuta e giocata sugli attimi. Per vincere certe partite bisogna essere compatti, era così anche ai miei tempi”.