Il primo anno di Antonio Cassano al Milan ha già fornito vari elementi narrativi, che rendono questo capitolo della sua storia già emozionante e d’impatto. Emozionante e d’impatto proprio come lui.
Il 2011 “cassaniano” comincia il giorno della befana. Entra nell’ultimo quarto d’ora ed è già protagonista regalando parte del bottino pieno che il Milan prende al Sant’Elia. 1-0, segna Rodney Strasser, e l’assist è proprio di Antonio Cassano. Passano tre giorni e il conteggio degli assist sale già a 3: nel pirotecnico 4-4 interno con l’Udinese, Cassano entra ancora nel secondo tempo e sforna due passaggi utili, uno per Pato, l’altro per Ibra. E pensare che non ha ancora i 90 minuti nelle gambe, dati i due mesi di stop forzato alla Sampdoria.
Venerdì 14 gennaio è la volta della conferenza stampa di presentazione. Il passaggio chiave è questo: “Non ho avuto dubbi, volevo il Milan, e se faccio altre cavolate mi dovrebbero rinchiudere”.
Il 12 febbraio arriva il primo gol: Milan – Parma 4-0. Segna al 17° e poi manda in rete due volte Robinho.
La primavera arriva tra alti e bassi. La forma da trascinatore della squadra che aveva in blucerchiato non la raggiunge mai, però continua a inanellare assiste e qualche gol. Assist come quello a Robinho in Milan – Samp 3 – 0 del 16 aprile, o quello ancora più importante del sabato di Pasqua: contropiede e creazione della palla gol che non si può sbagliare. Robinho, sempre lui, e il Milan ringraziano. Brescia espugnata. Scudetto a meno 4.
Sorge una domanda: ma il Binho degli ultimi tempi forse soffre sotto rete per la mancanza del suo alleato preferito? Probabile…
E veniamo ai gol: segna a tutte le sue ex, tranne la Roma: Bari, nel bruttissimo 1-1 interno del 13 marzo, e Sampdoria, il 2-0 su rigore al 54°. In più mette il sigillo sul derby, nei 5 minuti più pazzi della sua carriera: entra, si procura il rigore, lo batte, segna il 3-0, si toglie la maglia prendendosi il giallo, fa un fallo idiota, rosso diretto, lacrime. In ogni caso aggiunge anche Milano nella collezione dei derby in cui ha timbrato il cartellino, dopo Roma, Madrid, Genova e quello pugliese.
Finale di stagione non eccellente, con la trasferta tricolore di Roma che guarda dalla panchina. Ma tant’è: è campione d’Italia, per la prima volta nella sua carriera. E il 6 agosto, anche se sempre dalla panchina, aggiunge al suo palmarès la Supercoppa, la sua seconda, dato che l’aveva già vinta nel 2001 con la Roma, e che fino a quest’anno era il suo unico trofeo in terra italiana.
Ad agosto si parla ogni giorno di lui. Un suo passaggio ad un’altra squadra è dato da varie testate come imminente. Il mese dopo risulta invece titolare inamovibile, dati i costanti problemi di Pato e l’ iniziale infortunio di Robinho. “Per fortuna che non è stato venduto” avrà pensato Allegri. “Per fortuna non l’abbiamo ceduto” avrà pensato Galliani.
Segna 3 gol: uno alla Lazio, nel 2-2 d’esordio del campionato, uno al Palermo, il 15 ottobre, che fissa il risultato sul 3-0 e l’altro il 28 settembre in Champions al Viktoria Plzen, 2° e definitivo gol della partita, ma soprattutto gol numero 2000 dell’era Berlusconi.
Anche questo ci ha regalato Fantantonio. Fino alla vittoriosa trasferta di Roma, dove questa volta sì che ha giocato, prima del malore e di tutto il resto che ben conosciamo e che ha a che fare con la sua salute. Operazione e inizio lunga convalescenza, poi il Natale, festeggiato con la famiglia, pochi giorni dopo l’insensata aggressione alla troupe di TeleNord. E intanto il Milan si ingarbuglia alla ricerca di un suo degno sostituto.
A Cassano facciamo gli auguri per un sereno 2012, e glieli facciamo con più forza rispetto agli altri giocatori del Milan. Per la sua situazione particolare, ma non solo, anche per la sua classe, il suo talento, i suoi assist, e perché Allegri e Prandelli hanno assolutamente bisogno di lui.