Riccardo Montolivo, come scrive La Gazzetta dello Sport, è un ragazzo educato e schietto, è abituato a mettere la sua faccia di fronte alle situazioni più intricate. Quest’anno spesso e volentieri è capitato come capitano del Milan, ma anche la scorsa settimana in nazionale.
La faccia fuori dal campo e la gamba dentro il terreno di gioco. Frutto di una metamorfosi iniziata con Allegri e passata da Seedorf a Inzaghi; ora ne sta beneficiando Sinisa Mihajlovic; per alcuni è forse anche troppo incontrista, infatti a furia di rincorrere pallone e avversari, si rischia di perdere la lucidità che serve negli attimi in cui bisogna ragionare. Tra le qualità di Riccardo Montolivo c’è una buona visione di gioco, che rende al massimo quando intorno a lui c’è un’intera squadra che gira a pieno regime, unita alla capacità di fare gruppo e di dare l’esempio, grazie alla sua immensa professionalità. Proprio il suo impegno l’ha trasformato nel giocatore che, a fine febbraio, è stato il miglior recuperatore di palloni tra i cinque campionati top d’Europa; attualmente ha la media di palle recuperate più alta della Serie A, ed è terzo nel numero complessivo. Resta comunque il giocatore con i piedi più delicati in un reparto, il centrocampo rossonero, fatto di incursori.
Montolivo è uno dei punti fermi nel progetto Milan e maggio, sia nella professione che nel privato, sarà denso di appuntamenti per lui: dal rinnovo del contratto con il Milan passando per la finale di Coppa Italia (potrebbe essere il primo trofeo vinto in carriera, con la possibilità di alzarlo da capitano). In più ci sarà la nascita della sua primogenita.