Nel mezzo del primo tempo di Cagliari-Milan, il nostro capitano si trovò a fronteggiare Nainggolan. E fu così che la retta via venne da lui smarrita. Questo incipit dantesco spiega alla perfezione quanto accaduto ad Ambrosini in quel del Sant’Elia. Quarto cartellino giallo e squalifica automatica. Del resto, lo sappiamo, Ambro è un combattente. E’ quindi normale che, prima o dopo, incappi in ammonizioni evitabili.
Sta di fatto che, contro l’Atalanta, Massimo non ci sarà. Ciò significa che Allegri, a meno che le trattative imbastite non si concludano positivamente prima dell’8 gennaio, dovrà recarsi a Bergamo con un pacchetto incontristi piuttosto scarno. Eppure, il nostro capitano, oltre a presentare un fisico paragonabile a quello del Diadumeno di Policleto, è dotato di un’esperienza notevole. Peccato che l’istinto sia prevalso sulla ragione. D’altronde, ricoprendo la posizione di play basso, una squalifica non è la fine del mondo.
Un centrocampista di contenimento non si giudica per il numero di cartellini gialli accumulati. L’importante è che rappresenti una diga di tutto rispetto e che recuperi il maggior numero possibile di palloni. Espiata la colpa, tutto tornerà indubbiamente come prima. Senza il bisogno immergerlo nel bollente e sanguinoso Flegetonte, ci auguriamo allora di trovare un Ambrosini tirato a lucido per il derby.