Bonaventura non gira, il Milan sì. Dopo quella contro il Torino, anche martedì con l’Alessandria un’altra prova pallida per Jack, che dimostra di attraversare una lieve, e più che giustificata, flessione nel rendimento, tale da far apparire piuttosto sconsiderata la scelta apportata da Sinisa Mihajlovic, il quale contro una squadra, con tutto il rispetto del caso, di Lega Pro avrebbe potuto fare serenamente a meno del suo gioiello, permettendogli di prendere un po’ di fiato. Anche se non è da dimenticare la figuraccia rimediata da una squadra, per usare un eufemismo, rimaneggiata contro il Crotone e che proprio l’esterno rossonero ha risolto nei tempi supplementari.
Bonaventura è stanco, e si vede. Ma la notizia, è questo che appare incredibile, è tutto fuor che preoccupante. Già, perché il Milan, nonostante l’evidente calo del suo numero 28, vince e convince, ma soprattutto ha trovato altri uomini capaci, si spera anche in futuro, di caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà. È il caso di Kucka, formidabile da inizio stagione, e di Honda, il quale dopo un inizio di stagione (e non solo, probabilmente l’intero approccio con il calcio italiano) travagliato, schierato come esterno ha trovato finalmente la sua dimensione, inanellando una serie consecutiva di prestazioni da primo della classe, impreziosite da assist e gol. Ma non solo, il mister rossonero ha ritrovato finalmente una coppia di terzini all’altezza di un palcoscenico come San Siro, Abate e Antonelli, i quali si sono rivelati più che decisivi nelle gare contro Napoli e Toro, ma soprattutto può sempre fare affidamento su un cecchino incredibile come Bacca. E ora che Menez tornerà a pieno regime…
La notizia quindi è proprio questa: il Milan non è più Bonaventura-dipendente. Tesi questa che però deve essere presa con le pinze, perché è evidente che nella rosa milanista l’ex Atalanta rimane senza dubbio il giocatore tecnicamente più dotato, ma in particolare l’unico esterno puro a disposizione di Mihajlovic, il quale appunto, dopo la partenza (in ogni caso voluta) di gente come Cerci e Suso, non ha più trovato tra i suoi uomini ali vere e proprie compatibili con il suo modulo, e si è ritrovato come detto ad adattare in quel ruolo addirittura il giapponesino con la maglia numero 10. Jack è e rimarrà dunque fondamentale per il Milan, questo è fuori discussione. Ma è da applaudire una squadra che, anche e soprattutto grazie al lavoro del suo allenatore, è riuscita a trovare finalmente sicurezza e convinzione e che ora può prescindere dalle giocate di un unico giocatore.