Bacca e Niang, la cronaca di un piccolo flop prevedibile. Ecco perché

Male Bacca, malissimo Niang. Il Milan batte il Torino, si porta a -6 dal terzo posto (centrando il 9° risultato utile consecutivo) e conferma sempre più di essere diventato una squadra tosta e solida. Ma nella bagnata serata di San Siro, al netto dell’ennesima buona prestazione collettiva, c’è un neo evidente: le punte hanno steccato. Se a Napoli hanno pagato una gara totalmente difensiva, volta a contenere l’esplosivo attacco partenopeo, contro i granata Bacca è rimasto avulso dal gioco e dalla manovra, concludendo a rete solo in occasione del suo gol annullato per offside, mentre Niang si è mostrato fumoso, impalpabile e anche nervoso. Se in ottica Milan-Torino va benissimo così, con il secondo (pesante) gol in campionato di Antonelli a decidere il match, il focus è proiettato verso i prossimi impegni: l’involuzione degli attaccanti titolari deve preoccupare Mihajlovic?

La risposta è no. O perlomeno, non in questo momento e con queste premesse. Partiamo da un dato: Bacca e Niang sono una coppia micidiale per una squadra che punti tutto sulle ripartenze. Il francese qualche metro più indietro con compiti di raccordo e il Peluca spietato terminale offensivo formano un mix di velocità e classe che ha fatto spesso le fortune rossonere. Ma contro Napoli e Torino il loro flop era ampiamente preventivabile e comprensibile. La “natura” del match del San Paolo, in cui il Diavolo avrebbe subito passivamente gli azzurri, ha di fatto condotto le punte a un isolamento forzato, mentre ieri Ventura ha schierato una squadra compatta, con due linee vicine e Immobile-Belotti a sfruttare la loro esplosività negli spazi: trovare campo da aggredire, per Bacca e Niang, è stato decisamente difficile.

Dunque: il fiasco dell’attacco titolare rossonero non deve preoccupare. Anche perché uno scadimento di forma dopo quasi tre mesi ad alto livello, per Bacca e Niang, è più che fisiologico. Gare bloccate come Milan-Torino necessitano di abilità (e fortuna) nel rompere l’equilibrio, con il colpo di un singolo o con un calcio piazzato, e una solida fase difensiva che eviti di subire gol: giocate non propriamente nelle corde del transalpino e dell’ex Siviglia, che hanno bisogno di metri e di rifornimenti per esprimersi al meglio. Le prossime gare del Milan, in questo senso, potranno essere più adatte alle qualità di entrambi: tre trasferte (Sassuolo, Chievo e Atalanta) e una gara casalinga contro una Lazio disposta a concedere qualcosa pur di imporre il proprio gioco. Altrimenti, sarà tempo dei “quiescenti” Menez, Balotelli, Boateng e Adriano, scalpitanti e pronti a sfruttare un’occasione. Sinisa, non ne dubitiamo, per ora dorme sonni tranquilli.

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