“Chi non si sacrifica fino al 94′ non metterà più piede in campo“. Parole e musica di Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo, nel post partita di Milan-Genoa, è stato tanto chiaro quanto netto: chi non sputerà sangue sino al fischio finale delle partite non giocherà più. E il bersaglio di ieri, nonostante la mancanza di ammissione del mister, era Mario Balotelli. Indolente, svogliato e irritante sin dal momento in cui è stato richiamato per entrare in campo, il “45” ha mostrato il peggio del proprio repertorio, scendendo in campo troppo molle e superficiale. In un finale di gara, causa imprevisto gol del Grifone, di paura e alta tensione: solo l’intervento del preparatore Bovenzi (e un sopraggiunto buonsenso in Mihajlovic) ha scongiurato un “attacco” fisico del tecnico nei confronti di Super Mario.
Dichiarazioni e fatti pesanti, quelli avvenuti a San Siro, che rischiano di essere la “pietra tombale” sul bis rossonero di Balotelli. Mihajlovic era stato duro anche in passato con i suoi ragazzi (in particolare con le seconde linee, ndr), ma mai con toni tanto perentori, ruvidi e inequivocabili. L’obiettivo dell’invettiva, per quanto accaduto a bordocampo nel finale di Milan-Genoa, non può che essere proprio l’ex City e Liverpool. Se la sfuriata di Mihajlovic, avvenuta dopo una vittoria e un filotto di sette risultati utili consecutivi, può essere salutare per mantenere alta la concentrazione e scongiurare in futuro dei finali di gara come quello di ieri, per Balotelli è una botta pesante. Non una sentenza definitiva, ma una sorta di ultimatum: rigare dritto a 360° sarà la condicio sine qua non per tornare in campo e non chiudere la stagione con tre mesi d’anticipo. Vale per tutti, ma in particolare per Super Mario.
Dal rientro dalla pubalgia, d’altronde, si è visto un Balotelli estremamente deludente. Da Milan-Fiorentina (17 gennaio) a Milan-Genoa (14 febbraio), solo spezzoni di gara inconsistenti e seccanti. La condizione fisica, precaria dopo uno stop forzato di tre mesi, è solo una parziale attenuante di un rendimento molto al di sotto delle attese e delle premesse per quanto visto a settembre. Anche perché il problema sottolineato da Mihajlovic è di natura comportamentale: Mario, dal suo ritorno, ha perso tutti i miglioramenti intravisti nelle prime settimane della ricomparsa al Milan. L’umiltà e la professionalità, figlie di una redenzione che pareva concreta, sono solo lontani ricordi di fine estate. La sgridata di Sinisa può aiutarlo a tornare sulla retta via, imboccata e persa con i mesi passati in infermeria, ma servirà un drastico e immediato cambio di rotta. Perché, ad oggi, è certo: Balotelli ha perso anche l’ultimo treno della sua carriera.