Tutto il movimento milanista sta giovando e ancora gioendo della vittoria sui cugini interisti nel derby della Madonnina. Società, allenatore e squadra in una sola partita cancellano mesi di critiche e lamentele per aver mostrato il lato sopito, quello valido, di scelte che ancora non avevano sortito effetti positivi. Il tempo e questo finale di stagione che comincia a profilarsi all’orizzonte ci diranno se davvero la stracittadina ha rappresentato il punto di svolta sul cammino rossonero.
A sconvolgere specialmente i tifosi è stata la sublime prova del centrocampo che non ha rinculato per dare man forte alla difesa sotto la pressione delle quattro punte schierate da Mancini, ma che, anzi, ha costretto i giocatori offensivi nerazzurri a rincorrere e spendere più energie del previsto. Sopra tutti svetta la prova di Juraj Kucka: lo slovacco spacca in due la mediana dell’Inter inserendosi e puntando costantemente il povero Brozovic; un’eccellente forma atletica gli ha permesso poi di pressare sempre alto lo stesso croato e il disorientato Medel spingendoli a giocate scontate in orizzontale o addirittura spalle al campo verso i difensori. Sono il dinamismo, il fisico e la determinazione con cui Kuco ha svolto il suo compito nel derby ad elevare il numero 27 rossonero a perno di un centrocampo in cui lui è stato onnipresente e fondamentale.
Montolivo tira il fiato e gestisce palla e compagni, più concentrato al gioco mentale che effettivamente a quello tecnico in sé, tanto a correre ci pensa Juraj. E se qualcuno si aspettava un rinforzo in mediana può continuare ad aspettare: il mercato in quella zona non è la priorità perché questo Montolivo smart, un Kucka in versione carro armato e Bertolacci scalpitante per dare man forte partendo dalla panchina formano una triade di giocatori su cui il Milan può scommettere per il prossimo futuro.