Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi è tornato a parlare del derby e dello stato fisico che stanno vivendo le due squadre di Milano: “Ho sempre pensato che il calcio si identifichi con il concetto di squadra, che non disconosce la bellezza del gioco ma ne fa un valore. La vittoria è importante, ma lo è anche lo spettacolo che amplifica il successo stesso. Domenica sera il derby non è stato spettacolare, ma la vittoria dei rossoneri potrebbe migliorare morale e autostima. Il Milan ha vinto meritatamente dopo un primo tempo con difficoltà. Il 3-0 finale condanna l’Inter sprecona del primo tempo che si è disciolta nel secondo. Entrambe le squadre dovranno migliorare gioco e collettivo. L’Inter di Mancini, dopo i buoni risultati iniziali ottenuti prevalentemente grazie allo stato di forma e alla qualità dei singoli, oltre che all’abilità tattica e gestionale di Roberto, ora sta vivendo un momento assai difficile. Mancini è allenatore capace che vorrebbe vincere e convincere con un gioco spumeggiante e divertente. Purtroppo per realizzare ciò si è affidato a molti giocatori abili e forti, ma in difficoltà quando devono giocare per il collettivo. Oggi il calcio totale non è un optional, ma è una necessità e l’ingaggio di calciatori con queste caratteristiche agevola il tecnico. In generale, l’Inter gioca a specchio del rivale confidando nella qualità dei singoli, ma così facendo non forma una squadra e tanto meno produce gioco. I nerazzurri in fase di non possesso collaborano poco e il posizionamento non è sempre ottimale: il riferimento principale è l’avversario in una lotta uno contro uno. Mentre in fase di possesso ci si affida al dribbling e alla fantasia del singolo o alle ripartenze, ma essendo gli interpreti dei solisti, ognuno si muove per proprio conto, quasi mai smarcandosi con i tempi giusti. I rossoneri di Mihajlovic stanno lentamente migliorando, contro l’Inter la squadra è stata più connessa anche se non sempre compatta. In fase di possesso le ripartenze sono le cose migliori, mentre fluidità di manovra e distanze sono da perfezionare. In fase di non possesso bisognerebbe essere ancora più bravi nel pressing per agevolare le transizioni veloci. A volte manca la copertura e l’allineamento dei quattro difensori non sempre è buono. Le marcature a scalare a centrocampo e in difesa stanno migliorando, ma le chiusure e i posizionamenti preventivi dovrebbero essere una costante. Per poter diventare un vero collettivo occorrerà che il gruppo sia guidato dal gioco e non dal singolo“.