Come ogni anno, come l’anno scorso e come l’anno prima, come recita uno dei passi di un famoso coro rossonero dedicato con amore ai cugini nerazzurri, il Milan sorride e benedice la sosta natalizia. Stop, ma nemmeno molto, utile per valutare con attenzione il passato e puntare con forza verso il futuro, per mettere fieno in cascina e rimettere benzina nelle gambe. Insomma, una pausa gradita al caldo di Dubai. Un momento cruciale della stagione, arrivata quasi a metà e che diventerà decisiva da marzo in avanti, dove i rossoneri hanno sempre cambiato marcia, come l’anno scorso e come l’anno prima. Uno scatto verso la meta non per tutti, ma solo per numeri uno e per colui che è nato pronto: Clarence Seedorf.
Professore e forse anche futuro allenatore. Perché tra strette di mano e uno rinnovo che traballa e che un po’ preoccupa Allegri, ma che verrà firmato, Seedorf si sta avvicinando a piccoli passi alla panchina, su cui sedersi per allenare ovviamente. Da marzo in poi se ne saprà di più, proprio quel periodo in cui Clarence sale in “cattedra” e detta regole e condizioni: vincendo e aiutando a vincere. Come l’anno scorso e come l’anno prima. Sampdoria, Inter, Firenze, Roma: solo alcune delle eccellenti partite da lui disputate e preziosissime per la conquista dello scudetto numero 18. Berlusconi, scherzando, ha già abbozzato e proposto al Professore, a più riprese ed in pubblico, questo incarico; lui, sorridente e serio, ha sempre dribblato l’invito senza però mai respingerlo. Nel futuro di Seedorf, dunque, ci sarà sicuramente il lavoro di allenatore e potrebbe anche esserci, senza più scherzare, quello di allenatore del Milan.
Parliamo però di un domani lontano, la realtà adesso si chiama e si chiamerà ancora Allegri. Criticato troppo ma subito vincente, al contrario di molti altri invece osannati quasi all’inverosimile. Dallo scudetto alla Champions League per Allegri, obiettivo complicatissimo ma ambizioso. Dalla cattedra alla panchina per Seedorf, una certezza per il futuro del Diavolo.