Questa sera, al Luigi Ferraris di Genova, il Milan affronterà la Sampdoria nell’incontro valido per gli ottavi di finale di Coppa Italia. Gli uomini di Vincenzo Montella sono una squadra in crisi di gioco e di risultati, hanno ottenuto un solo punto nelle ultime quattro gare di campionato e non vincono da sette turni consecutivi, ma potrebbero presto riprendersi e offrire una prova all’altezza della situazione. Lunedì sera, nella gara contro la Lazio, i blucerchiati hanno infatti rotto una spirale negativa che durava da più di un mese e hanno evidenziato miglioramenti riguardanti l’assetto tattico e la fase di non possesso.
In campo con un 4-3-1-2 sulla carta equilibrato, qualora riproponessero lo schieramento adottato all’Olimpico di Roma, non cercassero di fare la partita e svolgessero al meglio la fase difensiva, i liguri potrebbero mettere in scena una prestazione caratterizzata da grinta, dinamismo e intensità, potrebbero concedere poche palle gol, aggiudicarsi lo scontro in mediana, proteggere a dovere la difesa e ripartire in velocità. Già, nel caso in cui attendessero l’avanzata rossonera e si chiudessero con intelligenza, i blucerchiati potrebbero interdire con massima efficacia, fare filtro, coprire tutti gli spazi del centrocampo e ribaltare il fronte in modo rapido e incisivo.
Tuttavia, se il Milan scendesse in campo con un assetto tattico efficace e ben definito, superare il turno non sarebbe un problema. Qualora Mihajlovic schierasse almeno due incontristi, impostasse bene la fase difensiva e avesse la pazienza di aspettare che la Samp abbia cali fisici, i rossoneri potrebbero aggiudicarsi la contesa con (relativa) facilità. L’importante è che Sinisa non commetta gli errori in cui è incappato contro Crotone, Carpi e Verona e presenti un Milan solido, compatto, corto, quadrato, ricco di interditori, capace di non concedere varchi, di sfruttare le lacune dei terzini doriani e di ripartire con efficacia. Così facendo, dal momento che la Samp è ancora lungodegente, il successo non dovrebbe sfuggire. Provare per credere.