18 partite, rispettivamente 11 presidiate da mister Inzaghi e altre 7 disputate col sergente Sinisa Mihajlovic. Il Milan quest’anno è sceso in campo ben 18 volte sul prato verde di San Siro, andando a raccimolare una media di 34 punti dei 54 disponibili, con uno score di 10 match vinti, 4 pareggiati e altrettanti 4 persi. Ergo: 20 punti dimenticati per strada. Aritmeticamente San Siro non sembrerebbe portare buena suerte al vecchio Diavolo, se si andassero però a conteggiare i punti fatti fin d’ora con in panchina il tecnico serbo, i giocatori rossoneri non potrebbero far altro che migliorare la propria media realizzativa. Dal 29 agosto 16 punti fatti, 12 reti all’attivo, 9 gol subiti. Empoli portò bene a Montolivo e compagni, così come Palermo e Sassuolo. Dello stesso avviso non furono Napoli, che si impose con un sonoro 4-0 e l’Atalanta di Edi Reja, che rischiò in più di una circostanza di passare in vantaggio. Chievo e per ultima la Sampdoria di Vincenzo Montella, riuscirono a mettere in risalto un Milan in forte crescita, dal punto di vista dell’organico e dello stato mentale dei giocatori. Niang su tutti fu autore di una prestazione notevole, andando a siglare una personale doppietta, una su azione e l’altra su calcio di rigore.
Se non fosse per pubblico, sempre meno numeroso e ancora di più rumoroso, e vicende legate alla questione Stadio, con tanto di Portello di mezzo, staff e società potrebbero notare come il Milan “formato casa” sia nettamente migliorato nel corso dell’anno. Dal 5 gennaio al 30 maggio solo 18 punti al Meazza per il club firmato Inzaghi. Di simile, o per meglio dire, maledettamente uguale a quello schierato sino ad oggi, la batosta di Napoli, terminata con un netto 3-0 in terra partenopea.
Ora in casa, per l’ultima dell’anno, ci sarà il Verona di Maurizio Setti, con un allenatore nuovo di zecca e con i soliti problemi alle spalle, il fondo della classifica e la media realizzativa quasi inesistente. I rossoneri sono chiamati ad una nuova impresa, riscattare il pareggio insipido di Carpi e chiudere in maniera positiva il 2015. San Siro ha reso note le solite lacune, soprattutto per il capitolo riguardante la retroguardia milanista. Ma ha visto anche un Diavolo sorprendente in più di un’occasione. Resta da capire se la grazia di San Siro sia stata semplicemente un caso o una dolce scoperta.