Una punizione, una conclusione da lontano, un colpo estemporaneo frutto del talento e dell’ispirazione di un singolo. Quanto sarebbe servita col Carpi una sola di queste variabili per sbloccare una partita tanto ostica quanto importante per salire sull’affollato treno Champions. Al di là delle evidenti lacune strutturali dei rossoneri, carenti in qualità e personalità in ogni zona del campo, a Modena si è avvertita anche la mancanza del guizzo del campione, del deus ex machina che con una giocata di classe rompe gli schemi e scardina le arroccate difese avversarie. Mihajlovic, nella fredda trasferta emiliana, ha rimpianto un giocatore alla Mario Balotelli: bizzoso, forse poco partecipe e presente al gioco della squadra, ma capace di fare la differenza in partite soffocanti come quella del “Braglia”, in cui la difficoltà maggiore è sbloccare il risultato.
La solidità difensiva, d’altronde, è finalmente tornata di casa in quel di Milanello. Nonostante una prestazione nel complesso appena sufficiente del tandem Alex-Romagnoli, non impeccabile sulle scorribande di Borriello e compagni, il Milan ha concesso ancora una volta molto poco. Merito di una miglior fase di non possesso e di un modulo più ordinato. Il problema rimane il gol. Con una mediana di discreto valore ma priva di genio e cambio di passo, il peso offensivo del 4-4-2 ricade su esterni d’attacco e punte, che in partite come quella di Modena soffrono: se Bacca e Luiz Adriano per fare male necessitano di rifornimenti, il solito Bonaventura e il volenteroso Niang hanno provato a “inventarsi” una giocata, trovando in opposizione i guantoni di Belec, un pizzico di mala sorte e uno 0-0 sanguinoso per il Diavolo e per la sua classifica.
E allora viva Balotelli. Con le sue stravaganze, la sua discontinuità, la sua immaturità tattica e il carrozzone mediatico che si porta dietro. Le doti balistiche del “45” servirebbero come il pane a Mihajlovic in partite collose come Carpi-Milan, in cui spesso sono i giocatori di maggior estro a dover fare la differenza. Anche uno come Jeremy Menez, lo scorso anno a più riprese uomo della Provvidenza, avrebbe aiutato il tecnico a portare a casa punti preziosi contro le “piccole”. Attenzione: non è detto che il Milan, con un Balotelli a disposizione negli ultimi mesi, avrebbe una classifica diversa. I rossoneri marciano in linea con la qualità della propria rosa, inferiore a quella delle “cinque sorelle” ai vertici della Serie A, ma un SuperMario nel motore non avrebbe fatto male. Il rientro si avvicina, probabilmente prima di Natale: sarà lui l’asso nella manica di Mihajlovic?