A quasi un anno dal suo approdo al Milan, Alessio Cerci ha finalmente trovato una sua stabilità. La maglia da titolare la indossa ormai da sei gare consecutive e pare uno degli undici prescelti da Mihajlovic a partire dall’inizio più spesso di tanti altri. Una sterzata positiva dopo un inizio 2015 lontano dai campi e lontano da una forma fisica e atletica degna di un giocatore di Serie A. Ma la vera domanda da porsi dopo questi 523 minuti di Cerci è: ma il calcio espresso dall’esterno offensivo rossonero è di qualità?
Se con prestazioni positive ci riferiamo alle gare con Sassuolo e Lazio, l’espressione diventa un po’ troppo ampia. Ringraziamo i suoi sforzi per tornare a buoni livelli, ma quelle due prove sono decisamente troppo poco per meritarsi la fiducia incondizionata del mondo milanista. I match con Atalanta e Juventus, poi, hanno solamente confermato i dubbi dei suoi detrattori: l’ascesa di Cerci è apparso un fuoco di paglia, tanto per una brillantezza persa ormai tempo fa, quanto per una posizione in campo che lo imbriglia e lo costringe a perpetuare la stessa giocata al quale i difensori avversari ringraziano. Se l’infortunio di Bertolacci rovina i piani di un ritorno al 4-4-2 nel breve termine, la speranza di rivedere un Cerci seconda punta libero di svariare sul fronte d’attacco resta ancor più lontano del modulo in sé.
Ma il grossissimo problema che affligge il Milan è la panchina priva di qualità migliori. Se Cerci gioca è anche perché Honda e Suso vivono un momento negativo della loro carriera. Il giapponese è mal visto dalla tifoseria per il suo modo di giocare lento, poco dinamico e per questo inadatto alle difese aggressive del calcio italiano. Lo spagnolo, invece, resta un mistero: occasioni ne ha avute ben poche (55 minuti contro l’Empoli in campionato, poi solo amichevoli) e non le ha sfruttate al 100%, probabilmente vedere il suo talento finalmente esplodere resta il sogno di tutti. Contro la Sampdoria, però, l’impassibilità di Mihajlovic dovrebbe continuare: Cerci avrà il suo posto nel trio d’attacco e Suso e Honda si siederanno affianco al tecnico serbo.