Il trequartista non convince più Mihajlovic. Dopo le due sconfitte consecutive contro Genoa e Napoli, il tecnico milanista, con l’approvazione di Silvio Berlusconi, vuole ritornare a fare risultato attraverso il cambio di modulo: insomma, stop al 4-3-1-2. Ma perché adesso? La decisione infatti appare tardiva e prematura al tempo stesso. Sì, perché da un lato il progetto del serbo di ritornare a quell’antico sistema di gioco, forse il motivo più profondo che ha convinto il presidente a scegliere proprio l’ex “cugino” per la panchina rossonera, non può essere abbandonato così presto, senza concedere ai giocatori quella continuità necessaria per collaudare certi meccanismi; ma dall’altro la bocciatura dopo solo sette giornate di campionato rivela una sorta di errore, si traduce in una pesante riga rossa sul lavoro svolto da luglio fino ad ora. Non certo una buona notizia per i tifosi.
Adesso però concentriamoci sulla partita di Torino. Contro i granata si cambia dunque, verso quale direzione però non si sa ancora, in quanto persistono forti interrogativi relativi al nuovo modulo. Fino allo scorso week end si pensava con convinzione che Mihajlovic sarebbe sceso in campo con un inedito, quantomeno per la squadra milanista, 4-4-2. Il classico sistema di gioco adottato dalle squadre in crisi di risultato e con gravi problemi difensivi, che consente di coprire con più efficacia tutte le zone del campo: davanti alla consueta linea difensiva a 4, la vera novità sarebbe stata rappresentata da Alessio Cerci schierato a centrocampo sulla fascia destra, accanto alla coppia mediana composta da capitan Montolivo e De Jong e con Bonaventura ad interpretare il suo vecchio ruolo sulla sinistra. Ma negli ultimi giorni è tornato di moda anche il famigerato 4-3-3 che, oltre ad aver caratterizzato l’ultima parte dell’era Allegri, è stato utilizzato a più riprese anche da Pippo Inzaghi. Poco cambierebbe a livello di uomini, perché Cerci, in attesa del rientro di Balotelli, andrebbe a completare il tridente offensivo con Bacca e Luiz Adriano e Jack scalerebbe semplicemente nella posizione di mezzala, nella quale già più volte è stato impiegato in quest’inizio di campionato.
Tutto facile sulla carta. Ma i dubbi, in particolare quelli che riguardano il proseguimento di stagione, restano tanti. Qualora l’esperimento dovesse andare a buon fine, triste sarebbe il destino di tutti quei giocatori che ad inizio stagione erano stati designati per quel ruolo dietro le due punte, Honda e Suso su tutti. Così come risulterebbe veramente poco sensato pensare al tesseramento del figliol prodigo Boateng, che in ogni caso continuerà ad allenarsi a Milanello fino alla prossima finestra di mercato. Ma ancora più inquietante è l’altra possibilità: se non dovesse arrivare il risultato contro il Toro, si ritornerebbe all’antico modulo, creando ancora più confusione nella testa dei giocatori? A domenica le ardue sentenze.