Mihajlovic alla prima prova nel derby: analisi, cabala e statistiche

Si comincia a fare sul serio per Sinisa Mihajlovic. Dopo l’esordio convincente in Coppa Italia e le due deludenti partite di campionato, il tecnico serbo si prepara al primo derby sulla panchina rossonera. Non il primo in assoluto ma, dopo aver vinto quelli in terra cinese e al Trofeo Tim, l’unico che conta davvero per tifosi, classifica, squadra e morale. Una di quelle occasioni per convincere tutti, ma proprio tutti, spazzare via qualsiasi dubbio sulla gestione della squadra e offrire uno smacco pesante ai cugini nerazzurri, al momento sospinti sulle ali dell’entusiasmo.

Mihajlovic non è uomo da compromessi e, nel caso dovesse regalare il derby ai tifosi a un anno e mezzo dall’ultima vittoria, godrebbe dell’immunità da critiche per diverse settimane. D’altro canto lo sa bene il serbo, protagonista in passato con la maglia nerazzurra, e non vuole perdere un’occasione così ghiotta per fare qualcosa di speciale. Una partita che vale più di tre punti, al netto della retorica di circostanza, perché offre la duplice possibilità di regalare un sorriso sincero ai tifosi e di abbattere l’autostima dei nerazzurri, costruiti per vincere dopo un mercato di livello assoluto.

Derby, però, significa anche cabala e statistiche, soprattutto quando si tratta del primo, non sempre fortunato per i tecnici più vincenti della recente era berlusconiana. Basti pensare che Ancelotti iniziò con una sconfitta (0-1), così come il brasiliano Leonardo atterrito da Mourinho (0-4), mentre Inzaghi riuscì a strappare un pareggio (1-1). Buono fu invece il primo derby di Seedorf (1-0), Allegri (1-0) e, a sorpresa, anche della meteora Terim (4-2), esonerato dopo poche settimane. Resta scolpito nella storia il primo derby di due leggende rossonere, quel 6-0 targato Maldini-Tassotti che ancora regala sorrisi e cori da stadio alla platea rossonera.

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