Potete inviare le vostre domande e curiosità a Cristiano Ruiu scrivendo a redazione@spaziomilan.it o lasciando un messaggio sulla nostra pagina Facebook.“I soldi li sta mettendo la famiglia Berlusconi”: il presidente del Milan sgombra definitivamente il campo da ogni dubbio sul futuro societario. Non parla di Mr. Bee come del potenziale socio proprietario del 48%, ma come di un collaboratore che ha un piano di sviluppo in Asia per il brand rossonero. Si parla di vendita delle magliette, di corner nei centri commerciali e di simili amenità. Insomma niente che possa far pensare a quei famosi 480 fantamilioni. E’ questo il punto più importante e tranquillizzante per il futuro del Milan che emerge dalla presentazione di ieri. Ho sempre sostenuto e ribadisco che sono meglio 50 milioni messi dalla cara e vecchia famiglia Berlusconi che 150 milioni immaginari. Fininvest è sempre stata e continua ad essere la nostra garanzia. Ben venga il fatto che “tutta” la famiglia, finalmente, è concorde nel pensare che per tornare a dare lustro al marchio e creare un circolo virtuoso nei ricavi e nei fatturati sia fondamentale rientrare stabilmente in Champions League. Per fare questo sono state messe a disposizione risorse economiche ingenti, di gran lunga superiori a quelle degli ultimi 4 anni messi assieme.
In queste condizioni una vecchia volpe del mercato come Adriano Galliani si può sbizzarrire, lui che anche negli anni passati con più bastoni tra le ruote che benzina nel serbatoio, riusciva comunque a fare operazioni dignitose. Nel Milan titolare di questa stagione ci sono alcuni parametri zero rimediati da Galliani in questi anni senza spese: da Diego Lopez a De Jong, da Montolivo a Bonaventura (preso con i soldi di Cristante). Ovviamente quest’estate è tutto più facile per lui. E allora gli basta alzare mezzo telefono per portare a casa due ottimi attaccanti, due dei migliori centrocampisti dell’ultimo campionato e non è ancora finita. Manca un rinforzo in difesa (Romagnoli) e la vera chiave di volta del mercato, quel desideratissimo Ibra, considerato il passepartout per la Champions League. Per lui si aspettano i colpi del Paris St Germain e poi si libererà a costo zero o quasi.
Stavolta nessuno può obiettare sulle promesse presidenziali. 3 attaccanti aveva promesso e 3 attaccanti saranno. Con Ibra il Milan è davvero obbligato a puntare allo scudetto. Considerando che chi l’ha vinto negli ultimi 4 anni ha perso 2/3 pedine fondamentali. Stavolta c’è la sensazione che i fatti superino le parole. Mihajlovic non vende fumo, non si presenta né come simbolo né come il Messia. E quindi la partenza è buona. Ci saranno momenti di difficoltà, come per tutti, e lì sarà fondamentale avere alle spalle una società coesa e compatta. Senza pugnalate alle spalle, senza comunicati e delazioni. A proposito, credo che nessuna componente della società rossonera esulterà lunedì qualora non dovesse passare il progetto dello stadio al Portello.