Una cosa è certa: con Sinisa Mihajlovic sarà un Milan all’attacco. La società si è riunita ed ha pianificato la strategia di mercato già da diverse settimane: dovrà essere una squadra attenta e cinica, destinata a diventare una vera e proprio macchina da gol grazie ad un super attacco capace di vincere le partite con un gol in più dell’avversario. E non importa se le statistiche dicono che in Serie A alla fine arriva primo chi subisce meno gol, il Milan avrà come obiettivo quello di centrare un piazzamento nell’Europa che conta. Poi l’anno prossimo si potrà parlare di tricolore, ma Sinisa per adesso ha ben chiaro l’obiettivo.
In realtà, le novità tattiche da Inzaghi a Mihajlovic saranno ben poche. Cambierà il modulo, è vero, come riporta oggi da Milan Channel, passando al trequartista dietro alle due punte, ma l’indole della squadra sarà comunque offensiva. Nell’ultima stagione sulla panchina della Sampdoria, il tecnico serbo ha utilizzato per il 50% delle partite lo stesso modulo di Superpippo al Milan, cioè il 4-3-3. Poi in alcune situazioni è stato adattato in 4-3-1-2 oppure nel più camaleontico 3-5-2, ma mai è stata snaturata la propensione della squadra: coperta in difesa e spregiudicata in attacco attraverso le valorizzazioni dei vari Gabbiadini, Okaka, Eder, Eto’o, Muriel. Insomma, Berlusconi si è stufato di vedere le partite dei rossoneri con il pallino del gioco in mano agli avversari e, piuttosto che perdere subendo, meglio provarci e prendere la partita di petto con giocatori fisici e di grande stazza. Sono da leggersi in questo senso, infatti, le trattative con giganti quali Ibrahimovic, Jackson Martinez, Kondogbia, Hummels. Il Milan ci proverà, poi il mercato darà la sue risposte.
Rimane il nodo del trequartista in casa Milan. Mihajlovic sicuramente opterà per una formazione più accorta, preferendo avere più quantità a centrocampo a discapito di qualità, favorendo così l’inserimento di un numero 10 alle spalle dei due attaccanti (Ibra-Martinez?): Boateng potrebbe essere il gradito ritorno, El Shaarawy (o ancora di più, Menez) le dolci sorprese.