“Ho un contratto, non sono rassegnato…”. Questo uno dei passaggi della conferenza (l’ultima?) di Filippo Inzaghi prima della partita contro l’Atalanta che fa capire la determinazione e la decisione del mister rossonero. C’era molta attesa per capire gli umori e cosa avrebbe detto Super Pippo davanti ai microfoni, dopo una settimana in cui il presidente lo ha di fatto scaricato e dove l’amministratore delegato è volato a Madrid per convincere Ancelotti a prendere il suo posto in panchina, salvo poi ieri ribadire che l’affetto per l’ex numero 9 è rimasto invariato.
“E’ impensabile che io rimanga con un altro ruolo. Cosa vuole dire una collaborazione con Ancelotti? Io faccio l’allenatore e lo farò per i prossimi 30 anni..” Una presa di posizione forte, decisa, detta da un Inzaghi ambizioso, anche duro, che sa quello che vuole fare in futuro, che è consapevole delle sue idee e della sua voglia. La stagione, come ha ribadito anche oggi, non è andata bene ma Pippo non è tipo da arrendersi facilmente, così com’era in campo anche in giacca e cravatta il suo carattere non è cambiato. Sa perfettamente che il suo destino è segnato, nonostante questo si è ancora una volta aggrappato al contratto biennale, senza fare nessun tipo di polemica, senza lanciare nessuna frecciatina a Berlusconi che ormai parla solamente di Ancelotti, di rosa forte e di gioco che non c’è. Spera, ma sa che non sarà così, di poter strappare un’improbabile conferma, vincendo domani a Bergamo. Galliani l’ha avvisato del viaggio che avrebbe fatto a Madrid per andare a riprendersi Carletto, proprio il mentore di Inzaghi, il mister che lo schierò titolare ad Atene e con cui ha vinto tutto. Nessuna parola d’invidia neanche per il tecnico di Reggiolo, non avrebbe potuto, i due si stimano molto, sono amici e non si scontrerebbero mai. Solo un ruggito nei confronti di un giornalista che gli ha chiesto se gli sarebbe piaciuto essere sostituito da Ancelotti: “Ti sembra una bella domanda? Torna a quella di prima…”, ha sentenziato Pippo.
Ancora una volta è uscito fuori il rispetto che Inzaghi nutre per questa società e per i personaggi che ne hanno scritto la storia. Il suo amore per questi colori è infinito e viscerale ma essere delegato a un altro ruolo di secondo piano non fa per lui. Non vuole interrompere questa carriera appena iniziata e se esonero sarà, allora Pippo saluterà il Milan, a testa alta con educazione e correttezza come ha sempre fatto. Magari non riuscirà a dire addio ma sicuramente per il momento sarà un netto arrivederci.