Luca Antonini si è confidato alla Gazzetta dello Sport, raccontando il suo passato sia da calciatore che da tifoso. “Ad 8 anni ero nelle giovanili, a 14 sempre in curva, ricordo che quando lanciai il mio primo coro poi rimasi senza voce. Giocare per la squadra per cui si tifa conta. Anche quando sei in panchina ti lasci trasportare come se fossi sugli spalti”, un cuore rossonero sin da giovane età, in un calcio dove il Dio denaro la fa da pardone è bello vedere che ci sono storie come quella di Luca.
La svolta della sua carriere fu una partita di Coppa Italia tra Empoli e Juventus in cui Malesani lo inventò terzino sinistro: “Fu prima di una partita di Coppa Italia con la Juve. Mi disse: “Per me il tuo ruolo è quello, proviamoci”. “Mister, ma c’è la Juve..”. E lui: “Appunto, se vuoi diventare un giocatore importante, devi superare test importanti”. Vincemmo 2-1, feci una bella partita contro Marchionni e da allora ho sempre giocato terzino“. Dopo quell’avventura ci fu il ritorno alla base e con Leonardo l’esordio e le prime partite da titolare.
Antonini riflette anche riguardante il recente passato, la brutta partenza di stagione e spiega come il Milan è riusctio ad uscirne: “Quando siamo entrati in forma e abbiamo recuperato certi uomini. Soprattutto Robinho. Per noi è importante, non dà punti di riferimento, ha colpi fenomenali e si trova bene con tutti: Ibra, Cassano, Boateng. Ha influito anche la preparazione, impostata in vista della Supercoppa. Ma ci siamo ripresi, e ora mettiamo benzina: ci sono la Fiorentina e altre 7 gare fino a fine anno. E vogliamo chiudere il 2011 al meglio“, per chiudere il 2011 al meglio bisogna fare una grande prova contro il Barcellona e rigurardo alla partita: “Dobbiamo giocare con tranquillità. Tanto il turno l’abbiamo già passato”.