Maldini: “La passione per il calcio ha mosso la mia vita. L’attaccante più forte? Ronaldo era imprendibile”

Intervenuto sul palco dell’Università Humanitas di Milano, l’ex capitano del Milan Paolo Maldini ha parlato all’interno di un evento dedicato allo sport: “Da ragazzo avevo una grande passione, una volta entrato nel Milan ho capito come si poteva sviluppare il talento, solo con allenamento e dedizione. La passione è quello che ha mosso tutto nella mia vita. La voglia deriva proprio dalla bellezza di questo sport, poi per arrivare a certi livelli il talento è fondamentale ma bisogna migliorarsi con il sacrificio“.

Leader rossonero: “Si diventa leader col tempo, pian piano ho rubato segreti alle persone che potevano insegnarmi qualcosa. In un gruppo c’è sempre chi va fuori dalle regole e con loro sono sempre molto onesto e deciso. Essere considerato una bandiera è un grande orgoglio, è difficile oggi finire nella squadra in cui hai iniziato, per me un doppio orgoglio perché aveva iniziato mio padre ed ora siamo alla terza generazione con i miei figli, un orgoglio aver fatto tutta la carriera con la maglia del Milan”.

L’attaccante più forte che ho affrontato? Ho avuto la fortuna di giocare contro Maradona e Ronaldo all’inizio era imprendibile“.

Sulla finale di Champions contro il Liverpool ad Istanbul: “Abbiamo dominato nei primi 45 minuti, all’intervallo siamo stati zitti per 5 minuti, abbiamo dominato ancora tranne quei sei minuti, poi abbiamo nuovamente dominato, quello era il destino abbiamo fatto di tutto, abbiamo avuto una rivincita due anni dopo”.

Sulla sua reazione alle critiche: “Non è facile affrontarlo quando sei giovane soprattutto quando capisci che non sono critiche oneste, però la cosa importante era il giudizio del mio gruppo. Avevano un’anima sportiva più sviluppata dei giornalisti, poi col tempo impari a superarle. Poi io sono sempre stato critico con me stesso”.

Sulla sua storia da capitano: “È un processo quasi naturale, pesa parecchio perché io sono diventato prima capitano della nazionale e poi del Milan perché Baresi ha smesso tardi. Avevo voglia di mettermi a disposizione del gruppo”.

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