Lo stadio è la chiave per i nuovi soci: i cinesi più interessati di Bee

Tutto era partito da lì e tutto sembra essere tornato al nodo cruciale del futuro del Milan. Un futuro che non può non passare dalla costruzione del nuovo stadio di proprietà che, oltre ad essere una potenziale fonte di enormi ricavi, è l’asso sul tavolo delle trattative per la cessione del club. Come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, infatti, la costruzione dell’impianto nella zona del Portello è il vero snodo cruciale per convincere un eventuale socio ad entrare nel club con quote di minoranza. Più allettati i cinesi, con il Wanda Group interessato alla costruzione, rispetto a Mister Bee, ancora tiepido sull’argomento.

I potenziali investitori richiedono la certezza di poter costruire sul terreno di Fondazione Fiera che, entro un mese, darà la risposta definitiva circa l’affitto della zona per un periodo di 50 anni. Il Milan fornisce l’unico progetto che garantirebbe un impiego per un periodo così lungo, con una quota di affitto di 3 milioni all’anno che garantirebbe la copertura di un’esposizione residua con le banche. Un socio di minoranza garantirebbe al Milan di preparare un investimento da circa 300-320 milioni, divisi tra i 150 ricavati da sponsor (Fly Emirates interessato) e altrettanti dall’emissione di bond di scopo. Cifre azzardate con la situazione di bilancio attuale; numeri non irraggiungibili con l’aiuto di nuovi partner.

Nel frattempo, Silvio Berlusconi è impegnato con la campagna elettorale in giro per l’Italia e, dopo una settimana di full immersion nel Milan, dovrà occuparsi di politica. Liguria, Puglia e Napoli sono le prossime tappe, che gli impediranno di incontrare gli emissari della cordata cinese, i cui avvocati sono comunque in costante contatto con quelli dell’ex premier. Nelle prossime settimane ne sapremo di più ma, nel frattempo, la questione stadio è sempre più importante.

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