Bilancio 2014, la fine di un’era?

Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee per poi intraprendere la strada di Food&Beverage Manager e CEO di una società del settore moda a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow.

L’Assemblea degli Azionisti del Milan, andata in scena ieri, aveva tutta l’aria di essere l’ultima dell’era di Silvio Berlusconi. Non tanto perché nelle strade di Milano si continui ad aggirare l’ormai noto Mr. Bee, pronto a mettere sul piatto i soldi necessari per comprarsi la maggioranza del club. Quanto per il clima da titoli di coda, certificato anche dalle parole di Adriano Galliani che ha comunque ventilato l’ipotesi del passaggio di quote.

“C’è una proprietà, Fininvest, che investito cifre iperboliche in questa Società, portandola a risultati irripetibili. Se mai si dovesse arrivare ad una cessione del Milan, che è tutt’altro che certa, il periodo del Milan di Silvio Berlusconi, dopo i suoi sforzi ciclopici fatti fin dal 1986, resterà il migliore della storia del Milan. Bisogna passare dalla cronaca alla storia”. Insomma, una sorta di epitaffio. Resta da capire, con grande serenità, se più di Galliani o più della gestione berlusconiana. Perché, anche se la trattativa con il broker thailandese dovesse fallire, la sensazione è che comunque qualcosa dovrà cambiare da giugno in poi. Fininvest ha investito e continua a sborsare con grande generosità, ma appare evidente la necessità di invertire la tendenza. Considerando, tra l’altro, che circa 40 milioni di euro del passivo, approvato ieri, sono legati a novità in materia economica, il cosiddetto “consolidato fiscale”, per cui non è stato possibile addebitare parte delle perdite alla capogruppo di famiglia che ha coperto per tutti. Chi ha provato a collegare le trattative in corso con questa “manovra” di natura squisitamente fiscale è andato completamente fuori strada. Proprio perchè è comunque sempre Fininvest a ripianare la perdita, grande o piccola che sia.

Semmai, la mancata qualificazione alla Champions League ha pesato come un macigno sulle casse rossonere. E peserà ancora di più nell’esercizio 2015, quando tra un anno Fininvest (o chi arriverà) dovrà mettere nuovamente mano alle chiavi dei forzieri. Già, e con quali investimenti per invertire la rotta? Ce ne vogliono tanti, di soldi. Non solo per sistemare un po’ i conti. Quanto per tornare a vincere sui campi che contano e che fruttano denaro. Il problema ricorrente è rappresentato dai giocatori che devono fare i risultati. E oggi se ne contano proprio sulla punta delle dita. Manco di una mano intera…

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