Menez più croce che delizia: il francese non più fondamentale?

Jeremy Menez: croce e delizia di questo Milan senza gioco e senza idee. Solo “croce” quando occorre alzare l’asticella degli obiettivi. Il ritorno al falso nueve non ha portato i risultati sperati al garante Filippo Inzaghi che, ancora una volta, decide di varare l’assetto della squadra con Destro e Pazzini che si accomodano in panchina.

La prova del francese nel derby è stata sicuramente insufficiente: pochi spunti, solo uno nel primo tempo e diversi contropiedi sprecati. Nel secondo tempo poi si spegne completamente con il resto dei suoi compagni. Neanche l’ingresso di Destro e lo spostamento a sinistra ridannò linfa al numero 7 che, come suo solito, si spazientisce e finisce per diventare l’uomo invisibile sul manto erboso di San Siro.

Menez dimostra di essere allergico a costanza e continuità e non conferma quanto fatto vedere di buono con il Palermo. Peccato, il derby d’andata ci aveva consegnato un altro Menez: gol spettacolare a parte, su invito di El Shaarawy, il francese era stato sempre nel vivo delle azioni e del gioco. Forse, anzi sicuramente, il non gioco della squadra non aiuta giocatori abituati a giocare con la palla tra i piedi come Menez, basti pensare alla prova indecorosa del secondo tempo con l’inter assiepata nella metà campo rossonera, quel che è certo è che per diventare un leader e un “top player” ci vorrà ben altro.

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