Arriva la Pasqua e il Milan regala un uovo bello grande ai suoi tifosi, con la sorpresa più gradita: la vittoria, la seconda consecutiva, dopo quella con il Cagliari prima della sosta. E i tre punti arrivano in trasferta, su un campo da sempre difficile come quello di Palermo, al termina di un’ottima gara sul piano del gioco e dopo l’ennesima rimonta subita. Questa volta dopo il pareggio di Dybala alla prima gioia di Cerci, il Diavolo non si è abbassato, ha continuato a giocare trovando il jolly nel finale con Menez.
Tre gli elementi tattici che hanno riportato i 3 punti lontano da San Siro: la continuità uomini della difesa, che sono gli stessi da tre partite consecutive. Mexes e Paletta hanno trovato un buon feeling in mezzo, mentre Abate e Antonelli garantiscono corsa, qualità e grande appoggio in avanti. In questo reparto meno si cambia meglio è. Il secondo puntoè il modulo, anche questo rimasto invariato da alcune gare. Inzaghi ha sperimentato tanto in questa stagione, ha provato molti uomini e diverse soluzioni ma con questa rosa il miglior sistema di gioco è questo 4-3-3, con cui la squadra può aspettare e ripartire in velocità, sfruttando gli errori avversari. Il terzo elemento è la totale libertà concessa a Jeremy Menez che parte dall’esterno ma può spaziare su tutto il fronte d’attacco. E se poi fa gol così (il sedicesimo stagionale) gli si possono anche concedere alcuni minuti di estraniamento e alcune mancanze difensive.
Grazie a questa continuità di modulo e di uomini il Milan è tornato a vincere in trasferta dopo più di 5 mesi (l’ultima volta a Verona contro l’Hellas il 19 ottobre). Ripartire dalle certezze viste al Barbera, ripartire da questo modo di giocare intelligente, ripartire dai vari Antonelli, Bonaventura, Menez, da Cerci che si è sbloccato e che ha tutto per sfondare a Milano, dai giovani come Suso, entrato con la testa giusta e mettendo in mostra una qualità vivace. Con questo bagaglio la squadra deve tornare a Milano.
Non è tutto da buttare, la stagione forse è compromessa per l’Europa ma alcune solide basi dalle quali ripartire ci sono. Continuare su questa strada è l’unico obiettivo rimasto, soprattutto per Inzaghi, alla caccia di una conferma, utopica fino a due settimane fa.