Cerci, dove eravamo rimasti?

Undici partite per un totale di 555′. Tre assist, otto sostituzioni e tante, troppe polemiche legate attorno alla sua figura. La stagione di Alessio Cerci al Milan, di fronte ai freddi numeri della statistica, lascia senza vie d’uscita. L’ex Toro oggi si ritrova all’interno di una centrifuga che sta portando a galla tutti i suoi difetti e nascondendo il suo talento. Il primo a dover credere il lui dovrebbe essere il tecnico (ancora per quando?) del Milan, Filippo Inzaghi, ma forse anche nella sua testa qualcosa, a livello tattico, è cambiato.

Le rumorose parole della ragazza del giocatore hanno fatto in breve tempo il giro del web. Cerci doveva giocare di più e meritare un trattamento diverso, si diceva. Poi è arrivato il campo, unico indiscutibile giudice di questo sport, e le prestazioni dell’ala ex Torino e Atletico Madrid sono state decisamente al di sotto delle aspettative. Anche nell’ultima sfida casalinga contro il Verona, l’esterno della Nazionale è apparso lontano anni luce da quello ammirato lo scorso anno in Serie A, ma anche lontano parente di un giocatore capace di saltare l’uomo e creare superiorità numerica. Insomma, questo Cerci al Milan lascia più dubbi che speranze.

I tifosi, appena arrivato come regalo di Natale, si aspettavano molto, tanto, forse troppo da un giocatore che in carriera, dicono i maligni, ha fatto la differenza solo con Giampiero Ventura come guida tecnica. Inzaghi lo voleva, lo ha aspettato e adesso non riesce a farlo rendere al massimo. Cerci, il tempo scorre ed è ora di prendersi le proprie responsabilità.

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