Sono stati tre anni conditi da strascichi infiniti quelli che hanno seguito quel gol-non gol di Sulley Muntari in Milan-Juventus del 25 febbraio 2012. Un episodio che fece scoppiare un autentico putiferio intorno all’arbitro Tagliavento, reo di non aver convalidato ai rossoneri un gol che anche ad occhio nudo sembrava evidente. In realtà, non si trattava del primo caso di questo tipo, ma solo della punta di un iceberg ormai di dimensioni insostenibili. Nel mondiale brasiliano della scorsa estate però qualcosa si è mosso, con i direttori di gara aiutati dalla Gol Line Technology.
Il primo caso della storia in cui la tecnologia è corsa in soccorso degli arbitri è stato in occasione di Francia-Honduras, dove l’autogol di Valladares venne certificato proprio dal supporto elettronico. La tecnologia ha funzionato anche nell’attuale Premier League. Durante Liverpool-Chelsea dello scorso novembre, la rete dell’1-1 di Cahill è stata assegnata grazie alla Goal System Decision.
Quest’anno in Serie A i casi di gol non-gol più eclatanti sono stati quelli relativi alla rete non assegnata a Rami in Milan-Udinese e quella invece convalidato ad Astori in Udinese-Roma. In entrambi i casi la tecnologia avrebbe potuto dire la sua in maniera insindacabile. Da qui, la decisione della Lega Calcio di affidarsi alla Gol Line Technology dalla prossima stagione: “Abbiamo cominciato un percorso – ha spiegato Tavecchio qualche giorno fa – che porterà all’utilizzo della tecnologia a partire dal prossimo campionato”. Si tratta di una svolta epocale, per il bene del calcio.
Da Mi-Tomorrow del 24 febbraio 2015, Carmelo Bruno