Febbre da Juve per Filippo Inzaghi. E per un Milan malato. Oggi è il giorno della grande sfida allo “Stadium”: scudetto o scherzetto? Questa la domanda di stamane de La Gazzetta dello Sport, dando il giusto peso alla vittoria. La squadra di Allegri può volare, quella rossonera (ri)crollare subito dopo il normalissimo successo con il Parma (il primo del 2015, dopo quattro sconfitte e un pareggio).
La panchina di Pippo interessa più del campo, l’allenatore (ex giocatore bianconero) è sempre più a rischio e deve conquistare successi e punti almeno per sperare in una solida conferma a fine stagione. Da predestinato a bersaglio mobile, in otto mesi la luna di miele è finita: la fiducia della società c’è ma inizia a non bastare, le parole di Galliani (suo primo sponsor), nella conferenza di presentazione dei nuovi acquisti a Casa Milan e ieri in Lega, certificano problemi e perplessità. In questa settimana a Milanello, assicura la Rosea, si è respirata un’atmosfera più rilassata e il gruppo ha lavorato con serenità: nonostante le critiche (e i fischi di San Siro domenica scorsa al cambio Muntari-Destro), passi in avanti e speranze non mancano. Il giovane tecnico deve crescere ma crede fortemente nel progetto. Silvio Berlusconi riflette a suon di spifferi velenosi, non proprio il massimo. Rassegnato? Nemmeno per idea, lui oggi sogna il miracolo. Però l’avvenire rimane davvero in sospeso, pieno di dubbi. La colpa è del gennaio orribile appena passato: nel tempo, non ancora nelle prestazioni.
La fine dell’anno scorso aveva assicurato benessere e ottimismo, adesso nessuno può comprendere fino in fondo la materia di questo Milan. Riuscire nell’impresa stasera, in qualsiasi modo, darà una grossa mano a sopravvivere. Per quanto non si sa, forse poco.