Il Milan vince ma non convince. A San Siro, contro un Parma debole e disastrato, i rossoneri tornano ai tre punti ma evidenziano problemi sotto molti punti di vista e dimostrano di non essere ancora sulla retta via. Inzaghi propone un 4-2-3-1, smontabile in un 4-4-2, in cui gli esterni, per motivi diversi, faticano, mentre i centrali di centrocampo non assicurano filtro, senso della posizione e interdizione.
Honda si impegna molto ma incontra problemi sotto l’aspetto fisico, mentre Cerci non ripiega in fase difensiva e non è efficace nemmeno con la palla tra i piedi, superando il dirimpettaio in maniera del tutto irregolare e creando superiorità numerica soltanto nel corso della ripresa, a seguito della debole opposizione emiliana. Inoltre, i terzini sono tutt’altro che impeccabili, vengono saltati a più riprese e non garantiscono affidabilità, tremando in fase difensiva e lasciando al Parma spazi sulle fasce. Ma non finisce qui. Al centro del centrocampo, specie nel primo tempo, i nostri perdono lo scontro in mediana, regalano spazi e occasioni. Menomale che il Parma non ne approfitta. Scampato pericolo.
A diciassette minuti dalla fine, dopo avere inserito un Essien comunque più efficace di van Ginkel, Inzaghi toglie un Destro non in grado di fase salire la squadra, per fare posto a un Muntari aggressivo e abile in interdizione. Il Milan è allora più coperto a metà campo, è più solido e compatto e, sfruttando gli spazi regalati da un Parma in netta difficoltà, risulta più brillante anche sulle corsie laterali e centra quel tre a uno che chiude la partita. Partita che vede il Diavolo tornare alla vittoria. Vittoria che, comunque, non cancella i limiti dei rossoneri, ancora deboli in fase di non possesso e di interdizione, specie nella prima frazione di gioco.