Doveva essere l’elemento in più di una squadra che sembrava viaggiare con il vento in poppa dopo i buoni risultati ottenuti contro Napoli e Roma e l’amichevole vincente e convincente giocata contro il Real Madrid. Era arrivato per fare la differenza nella lotta ad un terzo posto che sembrava possibile. Ora, è finito con il naufragare insieme a tutti i suoi compagni in un contesto depresso e in crisi di gioco e risultati. Alessio Cerci, dopo i mesi in totale anonimato passati all’Atletico Madrid, è arrivato al Milan con tanti buoni propositi, ma finora non è riuscito ad incidere minimamente. La condizione che non può essere ancora ottimale è una giustificazione, ma non può spiegare del tutto le sue prestazioni insufficienti.
Anche nella gara di Coppa contro la Lazio, l’ex ala del Torino ha fatto troppo poco. Una sola conclusione verso lo specchio della porta, tanti palloni persi e poca personalità nel tentare la giocata. Di certo non può essere questo il Cerci che i tifosi rossoneri si aspettavano ed ora le prestazioni insufficienti iniziano a diventare tante. Tralasciando la gara d’esordio contro il Sassuolo, il 27enne arrivato dall’Atletico ha fatto malissimo contro l’Atalanta e pochissimo anche contro il Sassuolo in Coppa Italia e la Lazio in campionato. Le attenuanti, come detto, ci sono e sono tante. Da una condizione che ha bisogno di tempo per tornare ad essere accettabile, ad una fisiologica necessità di conoscere compagni e schemi di gioco, ad una confusione generale che si sta vivendo a Milanello che non può di certo aiutarlo ad integrarsi al meglio. Tutti, però, da lui si aspettano decisamente di più.
Ora, da ieri sera, la concorrenza per lui aumenterà. Sulla destra, infatti, da inizio campionato a dicembre, il posto è stato sempre di proprietà esclusiva. Keisuke Honda ha realizzato sei reti e ha disputato due mesi sensazionali. Dopo la sfortunata Coppa d’Asia, il giapponese è tornato a disposizione di Inzaghi e, ieri sera, pur non facendo cose eccezionali ha fatto il suo, dando una mano ad un Milan che ha cercato in tutti i modi di recuperare lo svantaggio iniziale. Ha dimostrato, ed è normale sia così, di trovarsi alla perfezione con il compagno di fascia Ignazio Abate e di conoscere, molto meglio di Cerci, gli automatismi (anche se al momento è davvero difficile individuarli) del gioco rossonero. Ci sarà tempo e modo per Cerci di dimostrare il suo valore e, magari, la concorrenza di Honda potrebbe solo fargli bene.