Fino ad ottobre, quindi alla nona giornata di Serie A, l’attacco del Milan era il vanto di Inzaghi. Non perdeva occasione di ricordarlo in ogni dove: “E’ il migliore del campionato“. Tutto vero, fino allo 0-2 di Palermo a San Siro. Da lì in poi una flessione costante e una serie di sconfitte casalinghe devastanti: dal primo al settimo posto (per rendere l’idea, i rossoneri ad oggi hanno segnato 27 gol, Juve 42 e Napoli 34).
Il reparto si è congelato ancora prima dell’inverno, abbassando da 2 a 1.4 la media realizzativa e rendendosi colpevole di una serie di statistiche preoccupanti, a dimostrazione del pessimo momento. La Gazzetta dello Sport evidenzia il problema principale: il Milan è la dodicesima (!) formazione in Serie A per numero di conclusioni nello specchio della porta. E non ci si può nemmeno nascondere dietro l’alibi della imprecisione perché anche nei tiri fuori il Diavolo si piazza solo decimo; e sommando tutto, undicesimi. Si calcia pochissimo, ma quando lo si fa si sbaglia pochissimo: un bel paradosso da risolvere per Inzaghi. Insomma, se la percentuale delle reti messe a segno rispetto ai tentativi è così buona è necessario osare maggiormente. E quindi cambiare modulo.
Spazio al 4-2-3-1 con Menez e Pazzini in campo insieme e perfettamente compatibili, solo così, sostiene giustamente la Rosea, migliorerebbe il potenziale offensivo. AAA cercasi gioco, Inzaghi deve prima avere e poi trasmettere più coraggio. Fermo restando che a questo Milan, mela marcia o meno, manca tanto il Balotelli giocatore.