A San Siro, contro l’Atalanta, il Milan rimedia un’altra meritata sconfitta. I rossoneri scendono in campo con un 4-3-3 a dir poco inconcludente, dal momento che Inzaghi dispone gli interni di centrocampo, Montolivo e Bonaventura, che tra l’altro non dovrebbe mai essere impiegato in mediana (la sua posizione è quella di esterno d’attacco), troppo distanti da Nigel De Jong.
In questo modo, l’interdizione è assente e l’Atalanta può impossessarsi della zona nevralgica del terreno di gioco, per poi ripartire in velocità, abbassare i ritmi, quando necessario, e coprirsi al meglio, senza correre alcun rischio. E’ questo il copione della gara. Montolivo non assicura né qualità né quantità, Bonaventura viene utilizzato nella posizione sbagliata e il Milan, a centrocampo, va in netta difficoltà. A causa di una mediana in subbuglio, anche la difesa viene esposta con regolarità ad azioni di contropiede.
Ed è proprio in contropiede che l’Atalanta, una volta scoccata la mezz’ora, segna la rete che decide la gara. Sì, perché, specie a partire dal secondo tempo, i rossoneri tengono palla, ma non sono costruttivi, non creano occasioni, sono troppo lunghi e larghi e si sbilanciano con troppa facilità. I cambi di Inzaghi peggiorano soltanto la situazione: a centrocampo, gli spazi a disposizione degli orobici sono sempre maggiori, mentre i nostri non costruiscono azioni e rischiano di subire il raddoppio.
Proprio così. Il solo De Jong non basta a fornire quel filtro a centrocampo assente per l’intero arco di gara. Filtro a centrocampo che, finora, è sempre mancato nei momenti decisivi. Filtro a centrocampo che è fondamentale per ottenere i risultati. Provare per credere, caro Inzaghi.