Il Milan, in occasione del lunch match della settima effettiva di Campionato, farà visita al Lecce. Incontro, sulla carta, semplice. I salentini, guidati dall’esordiente Di Francesco, con soli 4 punti in classifica, si trovano al penultimo posto. Ma il calcio è bello perché il pallone è rotondo. Sarà quindi vietato abbassare la guardia, per risalire ufficialmente la china, non ci si potrà permettere di mancare l’appuntamento con i tre punti. Tatticamente, il Lecce si schiererà con un 4-4-1-1 del tutto simile al classico rombo di centrocampo. Già, per sopperire ad una difesa scricchiolante e ad un attacco sterile, per non dire impotente, complice l’assenza di Di Michele, i pugliesi cercheranno di imbrigliarci a metà campo.
Punto di forza: rombo di centrocampo. Come anticipato, il gioco del Lecce porrà l’accento sul centrocampo. Strasser e Obodo, aiutati da Giacomazzi e da Grossmuller, trequartista camuffato, sono due incontristi di tutto rispetto, che rimarranno prevalentemente bloccati e cercheranno di imbottigliare i nostri tre centrocampisti. La metteranno sull’intensità, sulla forza fisica e sulla maggiore freschezza. Se non dovessero riuscire a fermarci con le buone, passerebbero certamente alle cattive. E siccome Grossmuller e Giacomazzi ripiegheranno molto, pur essendo inclini principalmente alla costruzione, noi dovremo assolutamente cercare di reggere l’impatto, facendo, a nostra volta, tornare a coprire il nostro trequartista.
Punto debole: difesa e attacco. Se il Milan riuscisse a vincere la battaglia sulla linea mediana, sperando in un Van Bommel migliore rispetto a quello visto mercoledì sera e che Aquilani e Nocerino si confermino su buoni standards, il gioco sarebbe fatto. Veloci ripartenze, fatte di verticalizzazioni per Ibra, sperando che la seconda punta raccolga il lavoro sporco dello svedese, potrebbero perforare la difesa pugliese. I due centrali, che probabilmente saranno Tomovic ed Esposito, presentano grossi limiti. Il primo ha problemi con il posizionamento difensivo, il secondo viene da un lungo periodo di inattività. Per quanto concerne le fasce, Oddo è un giocatore finito, che, pur dimostrandosi attento in fase difensiva e annoverando un buon bagaglio tecnico, potrebbe crollare da un momento all’altro. Sulla sinistra, Mesbah spinge, ma è impreciso e inadatto a svolgere la fase difensiva. In attacco, Corvia e Pasquato sono discontinui e facilmente neutralizzabili, sperando che Nesta e Yepes non vengano colpiti da cali fisici. Infine, Benassi è un portiere mediocre, non nuovo ad errori.
Uomo chiave: Giacomazzi. L’uruguayano sa abbinare qualità e quantità. E’ un discreto incontrista e, una volta recuperata la sfera, grazie alle sue non indifferenti doti tecniche, cercherà sicuramente di imbastire velocemente l’azione. Se poi l’attacco non è dei migliori, non è di certo sua la colpa. Peccato che non sia un fulmine da guerra. Ergo, non è nulla di eccezionale. A meno che non siamo totalmente spompati, possiamo, con ogni probabilità, arginarlo. Tutto dipenderà dai nostri tre fanti, Aquilani, Nocerino e Van Bommel.
In ogni caso, se ci trovassimo in difficoltà, i lanci lunghi per Ibra potrebbero essere un toccasana non indifferente.