“Il mio passaggio al PSG bloccato da Barbara? Non è vero, fu il presidente Berlusconi. Lo stesso che mi portò al Milan e con cui ancora sono in contatto. Ho sempre tenuto separati gli aspetti personali da quelli professionali. Quella era la mia vita privata. Sono sempre stato un professionista e mi sono preso le mie responsabilità. Sono sicuro che Barbara farà grandi cose per la società”. Questo il passaggio fondamentale dell’intervista rilasciata da Alexandre Pato, stamane, al Corriere della Sera.
Milan, nessun rimpianto: “La scelta migliore per me è stata tornare in Brasile perché solo lì sono guarito. La mia ossessione era recuperare dagli incidenti muscolari. Sono legatissimo al Milan, a cui devo il mio sviluppo professionale. Il sogno di Inzaghi era quello di guidare il Milan, è un idolo qui. Mi mancano l’Italia e gli amici che ho lasciato a Milano, ma quelle sul mio ritorno sono soltanto voci al momento, io sono concentrato soltanto sul San Paolo. A Milano ho vinto lo scudetto e la Supercoppa italiana. Lì ho giocato 150 partite e segnato 63 gol: il Milan avrà sempre tutto il mio amore. Al San Paolo sono stato accolto bene, mi ha poi raggiunto Kakà e soprattutto non ho più avuto infortuni. Posso solo ringraziare i medici per il loro grande lavoro”.
Sugli infortuni in rossonero: “Non sono un medico e sarei avventato a muovere accuse specifiche. Mi limito ai fatti: ogni trattamento a cui sono stato sottoposto non ha funzionato. Solo qui i dottori sono stati in grado di farmi recuperare con calma e completamente. Mi sono posto mille domande, cercavo spiegazioni. Ho continuato a chiedermi cosa stesse succedendo e se fossi io il problema. Diciamo che la mia autostima ne ha risentito”.
Sul derby: “È la partita più bella del campionato. Chi non vorrebbe giocarla? Quello del 2 aprile 2011 rimarrà nei miei ricordi: torno da un infortunio, gioco, segno due gol, vinciamo 3-0 e l’Inter torna a meno cinque. Fantastico”.