Nella giornata di ieri l’attenzione è stata monopolizzata interamente dalle vicende accadute in casa dei cugini, dall’esonero di Walter Mazzarri al grande ritorno di Roberto Mancini. Torna sulla panchina nerazzurra, quindi, un grande avversario dei milanisti, un protagonista di mille battaglie sia da nerazzurro che da laziale o blucerchiato. La prima sfida della seconda avventura interista del Mancio sarà proprio contro il Milan e, in casa rossonera, un po’ tutti speravano che il cambio di panchina sarebbe potuto avvenire almeno un paio di settimane dopo e che, domenica 23, su quella panchina ci fosse stato ancora il buon Mazzarri.
I problemi dalle parti di Milanello, però, sono troppo attuali per potersi prendere il lusso di soffermarsi su quello che sta accadendo nel giardino del vicino di casa. Dagli infortuni di uomini chiave come De Jong, Abate e Alex, ai dubbi di formazione, alla sterilità degli attaccanti, ad un centrocampo che fatica ad impostare e costruire. Come se non bastasse, ora, è arrivato questo cambio al timone della barca nerazzurra che toglie alibi e aggiunge motivazioni alla banda interista. Sarà difficile ridare un’identità ad una squadra che sembrava depressa nel giro di poco più di una settimana, ma il Diavolo troverà di sicuro un’ambiente diverso, certamente gasato per il ritorno di uno degli allenatori più vincenti della storia dell’altra squadra di Milano.
Il probabile cambio di modulo e la voglia di riemergere di alcuni calciatori che ormai mal sopportavano la presenza di Mazzarri su quella panchina, faranno il resto. Ed è qui che deve subentrare Pippo Inzaghi, sarà proprio in occasione del derby che il tecnico piacentino deve iniziare a lasciare un’impronta pesante su quest’inizio di stagione. Non solo. Di una svolta necessita anche la classifica, ma soprattutto il gioco di questo Milan, troppo spesso balbettante ed episodico. Superpippo dovrà dimostrare che questa squadra ormai è sua e che ormai non è più tempo di esperimenti. Un’identità, un vero e proprio gioco, un marchio di fabbrica è quello che ancora manca al Milan e, il derby contro il nemico Mancini, potrà essere l’occasione buona per tornare (o cominciare) a vedere la mano del tecnico che dovrà essere bravo a non farsi travolgere dall’onda mediatica ed emotiva del Mancio.