Novanta minuti sul velluto, novanta minuti al sapore di rinascita. Il Diavolo con un secco e perentorio 3-0 travolge un attonito Palermo in un incontro senza storia dall’inizio alla fine. Troppo Milan per i rosanero guidati da Mangia, apparsi per lunghi tratti della partita spaesati e annichiliti dall’incalzante possesso palla e dallo strapotere fisico e tattico della squadra di Allegri.
E dire che, ancora una volta, la fortuna aveva girato le spalle al nostro Diavolo. Il minuto 33 si è rivelato stranamente beffardo per il nostro fondamentale numero 33 Thiago Silva (strano davvero il destino in certi casi), costretto ad abbandonare il campo in seguito ad un violentissimo scontro con il trequartista palermitano Ilicic. Il Milan, però, questa sera era entrato in campo davvero, con testa e cuore: nonostante l’ennesima tegola sul fronte infortuni il goal continuava ad aleggiare nell’aria e, quasi come una conseguenza inevitabile, è arrivato al minuto trentanove. A siglarlo un ex molto amato dalle parti di Palermo, ovvero quell’Antonio Nocerino che in maglia rosanero ha vissuto momenti esaltanti e fondamentali nella costruzione della sua promettente carriera. Il presente di Noce, però, è tutto rossonero: cross dalla destra di Ibrahimovic, sponda di Aquilani per il nostro centrocampista che sigla l’1-0.
Il secondo tempo è quasi una passerella, una gara tra i nostri campioni a chi indovina la giocata migliore o il tocco più pregevole Alla festa non poteva assolutamente mancare la classe di Zlatan Ibrahimovic, protagonista con Robinho dell’azione del secondo goal: lo svedese regista, il brasiliano primo attore e preciso rifinitore. Finita qui? Assolutamente no! Il 3-0 arriva grazie ad un’intuizione, manco a dirlo, dell’ormai più forte terzino italiano, Ignazio Abate, che dalla fascia di cui è signore mette al centro un pallone su cui Cassano si avventa perentorio.
Bella serata, bel gioco, bel Milan. Un centrocampo finalmente all’altezza e rigenerato dall’ingresso di un mai così convincente Aquilani, attaccanti affiatati e capaci di dialogare in modo rapido e sempre pericoloso, la consapevolezza di aver sulla fascia un giocatore di livello assoluto: che dire, continuiamo così.