Esattamente 50 anni fa ad Utrecht, cittadina olandese di 300mila anime, nasceva uno dei calciatori che segnerà per sempre la storia dello sport più amato al mondo: Marcel van Basten. Un’artista che ha dovuto abbandonare, tra la disperazione di tutto il movimento calcistico e non solo, i campi di gioco prematuramente, a causa delle caviglie di cristallo, ufficialmente nel 1995, all’età di 30 anni, ma di fatti disputa l’ultima partita il 26 maggio 1993, all’età di 28 anni, nella triste finale di Champions contro il Marsiglia.
Il giovane van Basten muove i primi passi nelle giovanili delle squadre di Utrecht, arrivando all’Ajax di Cruijff nel 1981. I lancieri non dovranno attendere a lungo il primo gol ufficiale di Marco: il 3 aprile 1982 a 17 anni e mezzo, contro il Nec Nijmegen, entra in campo al posto di Cruijff e riesce a segnare un gol al suo esordio. Con l’Ajax, van Basten disputerà ben 6 stagioni, realizzando 152 reti in 172 presenze, laureandosi per 4 volte capocannoniere dell’Eredivisie ed alzando al cielo 4 campionati, 3 Coppe d’Olanda ed una Coppa delle Coppe. A livello individuale l’olandese conquista una Scarpa d’Oro nel 1986.
Folgorato dalle prestazioni della punta olandese, il Milan lo acquista, per 1,75 miliardi di lire, nel 1987. Così come con la maglia dell’Ajax, tra San Siro ed il 23enne van Basten è subito magia: esordio, in Coppa Italia contro il Bari, subito bagnato dal gol, ripetendosi anche al debutto in campionato contro il Pisa. Dopo il primo importante stop in rossonero, a causa della seconda operazione alle caviglie, rientra con i fondamentali gol all’Empoli a San Siro e nella decisiva sfida del San Paolo contro il Napoli che determinerà la vittoria dello scudetto ai danni proprio di Maradona e compagni. Con la maglia del Milan, van Basten, che formerà con Gullit e Rijkaard un trio formidabile, disputa ufficialmente 8 stagione (6 nei fatti) conquistando 2 Coppa Campioni, 2 Supercoppa Europea, 2 Intercontinentali, 4 scudetti, 4 Supercoppa italiane. Individualmente, l’olandese alzerà al cielo 2 palloni d’oro, 1 world soccer, laureandosi per 2 volte capocannoniere in Serie A ed una in Coppa Campioni. Emanuele Gamba, giornalista di Repubblica, di van Basten scriverà: “ Il più raffinato ed elegante centravanti del calcio moderno, l’unico che sapesse danzare sulle punte di un fisico ciclopico”.
Nel giugno del 1993, van Basten decide di sottoporsi, erroneamente come lui stesso ammetterà qualche anno dopo, al quarto intervento alle caviglie, operazione che di fatti segnerà la fine della carriera dell’olandese. Nell’estate 1995, Marco si riaggrega alla rosa milanista, ma pochi giorni dopo deciderà di ritirarsi definitivamente dal calcio giocato, chiudendo la carriera in rossonero con 201 presenze e 124 reti. Il giorno dopo la decisione ufficiale di van Basten, La Gazzetta dello Sport titola, in prima pagina: “Dove troveremo un altro come lui?”. Le farà eco Adriano Galliani che dichiarerà: “Il calcio perde il suo Leonardo da Vinci”. Marco van Basten ha donato al calcio perle uniche, gol memorabili come quello con la maglia del Milan contro il Göteborg o conclusione al volo, con la maglia dell’Olanda, contro l’Urss nella vittoriosa finale dell’Europeo nel 1988. Un genio del calcio, un campione inimitabile, frenato solo dalle sue caviglie di cristallo. All’indimenticato ed indimenticabile Cigno di Utrecht vanno gli auguri della redazione di SpazioMilan e di tutti i tifosi rossoneri.