Fabrizio Villa collabora con SpazioMilan.it da settembre 2011, dopo esser stato realizzatore nel 2010 per Sky Sport. E’ opinionista a “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel palinsesto pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT).
In settimana Sky Sport, complice la pausa dovuta agli impegni delle nazionali, ha dedicato uno speciale ai primi 100 giorni da allenatore professionista di Filippo Inzaghi. Un simpatico riempitivo per i palinsesti digiuni di campionati e Champions League, incentrato su un personaggio trasversale, educato, rispettato e mal digerito solo dai tifosi interisti e Oliver Kahn.
Pippo era un calciatore entusiasta del suo mestiere ed è oggi, un mister innamorato follemente del suo nuovo lavoro. Dispensa consigli in ogni momento possibile e pare esser entrato sotto pelle a tutti. Di pochi giorni fa le interviste di Alex e De Jong nelle quali dichiarano anch’essi di esser stati stregati dai suoi modi coinvolgenti e stimolanti. Non solo ‘gli italiani’ dunque a Milanello hanno trovato giovamento nel nuovo corso.
Questi tre mesi da coach della prima squadra, sono stati intensi e certamente non banali. Un modulo definito non c’è ancora, ma non è nemmeno necessario ce ne sia uno unico di riferimento. Un undici camaleontico può diventare un punto di forza nel calcio moderno. Il ruolo chiave nel futuro prossimo è di sicuro quello di Bonaventura. Jack ha le caratteristiche per giocare da mezzala e anche da esterno offensivo; di fatto la sua presenza può garantire un cambio di schieramento senza dover utilizzare alcun cambio. 433 o 4231 quindi, al momento senza un favorito.
Purtroppo per Inzaghi, si stanno tuttavia delineando alcuni paradossi tattici la cui soluzione pare esser ancora lontana. Menez ha avuto un inizio stagione straordinario, non c’è dubbio. La sua posizione però vincola non poco le altre scelte. Centrale dietro all’unica punta o falso nueve, fa la differenza ed è in grado di spaccare le partite. Esterno al contrario è parso troppo anarchico e meno decisivo. Non solo. La sua esuberanza tecnica inibisce involontariamente il rilancio del Faraone e non esalta (ancora) l’inserimento di Torres. Da centravanti vero, Pippo sa quanto sia importante la fiducia per un attaccante ed in queste giornate ha concesso molti minuti al Nino a discapito del Pazzo.
La bontà del gioco, la fluidità di manovra e i gol della stagione rossonera, passeranno dal consolidamento di questi meccanismi e dalla capacità di ognuno di questi giocatori, di poter rappresentare un valore aggiunto indipendentemente dal minutaggio. Altri 1000 di questi giorni caro SuperPippo e buon lavoro!
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