Il bisogno era ormai tangibile, e l’arrivo di Inzaghi ha confermato che l’allontanamento delle “teste calde” dallo spogliatoio rossonero era cosa impossibile da evitare. La necessità di tornare ad uno stato di equilibrio mentale dello spogliatoio che aveva rappresentato la vera forza del Milan negli anni d’oro si poteva avvertire sia dentro sia fuori le mura di Milanello.
Come ci ricorda Tuttosport è dalla cessione di Ibrahimovic che il Milan ha provato a invertire rotta, ma ci è riuscito solo ultimamente con la cessione di Balotelli. Affidarsi a prime donne ha fatto la fortuna di molte squadre, ma quasi mai del diavolo: a parte Ibra che ci portò allo scudetto nel 2011, gente come Cassano, Boateng, Balotelli e Taarabt sono ricordati più per le notti brave nella Milano da bere che per le giocate sul rettangolo verde.
Adesso invece Inzaghi ha dato il diktat: prima uomini poi calciatori. E non è un caso se i nuovi arrivi come Torres, Vam Ginkel e Bonaventura si siano subito inseriti bene in un contesto che solo qualche mese fa era una polveriera pronta ad esplodere. Il bene del Milan passa anche dal benessere psicologico dei suoi ragazzi: l’inversione di filosofia è finalmente attuata.