Squadra che vince non si cambia, si usa dire nel calcio. E per l’appunto il Milan all’esordio ha vinto, e anche convinto, dimostrando soprattutto che il modulo scelto da Filippo Inzaghi per costruire il nuovo progetto rossonero, il 4-3-3, è proprio quello fatto su misura per i giocatori e per le loro caratteristiche tecnico-tattiche. Dove sono i problemi? I problemi, se proprio vogliamo chiamarli così, sono gli arrivi di Fernando Torres e Giacomo Bonaventura. Definirli tali è pura follia, ma i due arrivano per rimpolpare il reparto offensivo, paradossalmente quello più folto della rosa milanista.
Premesso che il neoarrivo spagnolo sarà la prima punta titolare di questo nuovo Milan, la questione modulo ruota dunque attorno all’abbondanza di attaccanti e in particolare alla posizione dell’ex Atalanta, acciuffato da Galliani proprio sul gong di fine mercato. L’esterno marchigiano infatti, nonostante la sua duttilità tattica, preferisce giocare sulla fascia sinistra, al momento però occupata dal rigenerato El Shaarawy, il quale si è imposto da leader nella gara contro la Lazio. E anche provando a giocare con il trequartista, come ama il Presidente Berlusconi, troverebbe la concorrenza di Jeremy Menez, già fondamentale ed inamovibile, oltre a quella del giapponesino Honda, che dopo le deludenti prestazioni della scorsa stagione, sta guadagnando posizioni nelle gerarchie di mister Inzaghi a suon di assist e gol. E Bonaventura quindi dove gioca?
Per risolvere questa grottesca situazione, Super Pippo proprio ieri nell’amichevole interna contro la squadra mista Primavera-Beretti ha provato, con esito sorprendente, anche un modulo alternativo, inedito per i rossoneri: il 4-4-2. Con questo sistema di gioco Jack potrebbe essere schierato largo a centrocampo, nella posizione che lo ha esaltato a Bergamo, e trovare così quello spazio che merita tra gli undici titolari. Abbassando a destra anche il francese ex PSG, davanti si lascerebbero disponibili due caselle per il Faraone e il Nino Torres, accontentando praticamente tutti i gioielli del parco attaccanti. Questa soluzione, attuabile anche e soprattutto grazie alla duttilità tattica dei interpreti, potrebbe rivelarsi un’alternativa interessante per rendere il Milan più imprevedibile, sia nel corso della stagione che della partita stessa. 4-4-2 che potrebbe rivelarsi una lama a doppio taglio però: con due esterni di centrocampo molto offensivi, come lo sarebbero Menez e Bonaventura, la squadra potrebbe rischiare di sbilanciarsi, scoprirsi e subire delle clamorose imbarcate, di seedorfiana memoria. Starà all’ex numero 9 rossonero trovare la quadratura del cerchio nel corso del campionato, continuando a sorprendere tutti i tifosi.