Viktoria sì, passeggiata proprio no

Squadre facili da incontrare in campo internazionale ce ne sono poche e dopo ieri sera sappiamo che il Viktoria Plzen non fa parte di questo mazzo. Sorpresi? Niente retorica pre o post gara. I cechi hanno stupito probabilmente anche loro stessi. Hanno chiaramente preparato il match sulle ripartenze e i timori reverenziali li hanno lasciati a casa. Tre minuti e Abbiati deve compiere un miracolo, che nessuno vede ma che fa la differenza. Peccato per gli uomini di Vrba che Ibra sia più che presente. Piaccia o no con lui è un altro Milan, le difese si adeguano sullo svedese e gli spazi si aprono.

Detto questo le occasioni arrivano, anche con una certa estetica, ma non vengono monetizzate. Prima Cassano, poi lo stesso Zlatan fanno solo in modo che Cech possa raccontare ai nipoti di aver fatto miracoli a San Siro. Sul finale di tempo non ci facciamo mancare un altro brivido targato Plzen, se possibile più spaventoso di quello iniziale. E’ una di quelle serata nelle quali ci piace poco calciare in porta e non è un caso che il risultato si sblocchi grazie ad un rigore procurato e trasformato da Ibrahimovic.

Inizia da qui un’altra partita, abbassiamo il ritmo (ulteriormente?!) e il baricentro. I campioni della Repubblica Ceca sono costretti, contro voglia, ad uscire e sbilanciarsi quel tanto che basta per subire un contropiede dal Milan al Meazza, confezionato maestosamente dall’uomo di Malmoe per l’uomo di Bari Vecchia, che a sentirsi stona, ma a vedersi è una meraviglia… Cucchiaino e 2-0. Poi solo accademia e qualche inutile ulteriore rischio di troppo. Finalmente però la possibilità di far rifiatare Capitan Seedorf e qualche minuto anche Abate, magnanimo come sempre.

I 3 punti per non vanificare l’impresa del Camp Nou sono arrivati, ora aspettando buone nuove dai lungodegenti guardiamo verso ovest… Torino next stop.

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