È terminata forse nel peggiori dei modi la prima amichevole di spessore del nuovo Milan targato Pippo Inzaghi. I rossoneri, che per l’occasione hanno indossato per la prima volta la seconda maglia ufficiale della nuova stagione, sono stati sconfitti con un sonoro 3-0 dai greci dell’Olympiacos nella gara d’apertura della Guinness Cup, ma a preoccupare non dev’essere tanto il risultato, quanto la pochezza di idee mostrate dal collettivo, seppur condita da una buona dinamicità, e da un reparto difensivo (formato inizialmente dalla linea Zaccardo, Bonera, Rami ed Albertazzi) in crisi quasi ad ogni azione offensiva degli avversari.
L’unico a salvarsi davvero dall’insufficienza è stato M’Baye Niang: il giovane francese ha mostrato, fin dalle prime battute, di essere il più in palla tra i suoi, prima servendo un ottimo assist ad El Shaarawy, poi sprecato da quest’ultimo, e nel secondo tempo mettendosi in mostra con spunti degni di nota che hanno mandato in affanno la (poco impegnata) difesa greca. Niang, nonostante qualche azione confusionaria, ha decisamente messo in campo dedizione e spirito di sacrificio, elementi fondamentali per il nuovo corso rossonero targato Inzaghi. L’attaccante classe ’94 ha così confermato quanto di buono mostrato contro il Monza appena 4 giorni orsono, nonostante la poca collaborazione dei compagni di reparto. Decisamente in spolvero, più convinto dei propri mezzi, soprattutto rispetto alla prima parte della scorsa stagione quando il francese sembrava aver perso la sicurezza che dev’essere parte integrante di un giocatore dalle doti tecniche indiscutibili.
Niang si candida dunque a diventare uno dei dubbi principali di Pippo Inzaghi. Il Milan forse potrà presto tornare a credere nel giocatore ammirato il 13 dicembre 2012, quando Niang realizzò la splendida rete del momentaneo 2-0 contro la Reggina.