Catenaccio! Ancora oggi la parola provoca un fremito nei cuori dei tifosi. Il termine, nel corso del tempo, è diventato infatti metafora per indicare l’aspetto peggiore del calcio: gioco difensivo, ostruzionismo, cinismo. Eppure, è il sinonimo di un calcio all’italiana ben poco spettacolare ma comunque, di fatto, efficace. Il pareggio del Milan ieri al Camp Nou, all’ultimo respiro, con due soli tiri in porta ed al cospetto della squadra più forte e spettacolare del Pianeta, è solo l’ultimo esempio delle tante “vittorie” che il calcio nostrano ha ottenuto negli anni usando questo sistema di gioco: difendersi ad oltranza con un’ottima organizzazione della terza linea, stando attenti a non prenderle, per poi ripartire in contropiede e colpire l’avversario in velocità.
L’ultima volta che il Barça di Guardiola ha subito l’onta di un’eliminazione in Champions, fu due stagioni fa in semifinale contro l’Inter di Mourinho. I nerazzurri sfruttarono al meglio le ripartente a San Siro nella sfida d’andata e imposero il 3-1 ai catalani, per poi difendersi in nove dietro la linea della palla per tutto il match di ritorno. L’Inter perse solo 1-0, passando ugualmente il turno, andando poi a vincere la Coppa dalle grandi orecchie.
La nostra Nazionale è la squadra che ha ottenuto più coppe del Mondo nella storia, seconda solo al Brasile e, a parte qualche rara occasione, ha fatto sempre della fase difensiva l’arma in più per poter battere gli avversari. Memorabile è, in questo senso, la vittoria contro il favoloso Brasile dei vari Socrates e Falcao nel mondiale spagnolo del 1982. Gli azzurri concessero pochissimo a quella grande squadra, ma la colpirono per ben tre volte con tre impeccabili contropiedi firmati, Paolo Rossi. La partita finì 3-2 e l’Italìa, alla fine, si aggiudicò il suo terzo campionato mondiale.
Negli anni Sessanta furono l’Inter del “mago” Helenio Herrera ed il Milan del “Paron” Nereo Rocco, a rendere celebre il famoso sistema, che fece diventare Milano per oltre un decenniola Capitale del calcio mondiale. La questione è ancora aperta. “Esteti” vs “utilitaristi”. Per i primi è meglio perdere giocando un calcio spettacolare e dominando gli avversari ma, se il fine giustifica i mezzi, l’unica cosa che conta è vincere e, alzi la mano un solo tifoso rossonero che ieri sera al gol di Thiago Silva, non è impazzito di gioia.