Giovani e italiani? El Shaarawy, l’uomo da non dimenticare

Silvio Berlusconi è stato chiaro: vuole un Milan giovane ed italiano. E per cominciare infatti il presidente ed Adriano Galliani hanno scelto di comune accordo di ripartire con Filippo Inzaghi sulla panchina, da un simbolo del calcio nostrano, ma anche e soprattutto emblema della freschezza e della vivacità di questo nuovo progetto rossonero. Sarà necessario trattenere Balotelli e De Sciglio allora, riconfermare in mezzo al campo il capitano Riccardo Montolivo e, perché no, puntare su qualche “nostro” ragazzo della Primavera, che SuperPippo conosce bene, fino ad ora trascurato come, ad esempio, i promettenti Cristante e Petagna. Ma non ci staremo dimenticando di qualcuno?

La promozione di Inzaghi in Prima Squadra darà infatti l’opportunità ad un talento puro, quest’anno “sparito” dai radar per qualche tempo, di rilanciarsi e di trovare finalmente la sua dimensione in rossonero. Stiamo parlando del giovanissimo ed italianissimo Stephan El Shaarawy. Il Faraone infatti, dopo l’exploit di due inverni fa, tra presunte crisi di identità ed infortuni fastidiosi, ha trascorso un 2014 piuttosto travagliato ed essendo rimasto fuori dal campo di gioco per più di metà stagione, ha finito per essere quasi dimenticato dagli addetti ai lavori, dalla stampa e pure da Cesare Prandelli, che alla fine ha scelto di non puntare su di lui e quindi di non convocarlo per la spedizione azzurra in Brasile. Ma il Milan invece non lo ha fatto, ha fiducia in lui e ha tutta l’intenzione di ripartire proprio dal numero 92, che con il connazionale Balotelli ed il neoacquisto Geremy Menez andrebbe a costituire un trio d’attacco spettacolare, tutto fantasia e piedi buoni.

E già, perché è da sottolineare quanto il modulo preferito dal nuovo tecnico Inzaghi, il 4-3-3, sia quello più congeniale alle caratteristiche di ElShaa, che ama partire da sinistra, saltare l’uomo e accentrarsi. Le premesse sono le migliori e ora tocca a lui ripetere le gesta che hanno fatto innamorare tutti i rossoneri, che lo hanno fatto diventare leader e trascinatore nella rincorsa al terzo posto di due anni fa. Tocca a lui “rialzare la cresta”. La società dunque ha deciso: sarà un Milan giovane e italiano, sarà il Milan di El Shaarawy.

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