Quando fortuna e audacia fanno 92

Che meraviglia. Non il gioco dei nostri, eh… Non la prova offerta, no di certo. Che meraviglia che, a volte, succede anche a noi. Anche a noi succede di pareggiare all’ultimo respiro con tanta fortuna e tanta audacia. Se ci pensate bene è difficile che ci capiti: le nostre vittorie, le nostre affermazioni, sono sempre sudate, quasi sempre il frutto del 120% dello sforzo necessario. Tant’è che non posso che essere contento che ci siano bastati due-minuti-due per pareggiare i novanta primi deliziosi targati Barcellona e targati, soprattutto, Lionel Messi.

Le affermazioni europee passano sempre da qui, da queste partite di settembre-ottobre un po’ così, un po’ strane, a cui spesso non si dà tanto peso e che, invece, sono in grado di raccontare tantissimo. Ad esempio che questa squadra c’è, che al di là di quanto possa sembrare sta acquisendo una proporzione continentale e che, soprattutto, il signor Massimiliano Allegri sta crescendo moltissimo come allenatore di rango. Senza Ibrahimovic, senza Robinho, con un brutto Cassano e un Seedorf così-così si va a conquistare un 2-2 insperato alla vigilia e, senza dubbio, ben diverso da quello maturato venerdì sera con la Lazio in campionato.

Un 2-2 imperniato sulla scelta (pur obbligata) di Pato e sull‘impeccabile assetto difensivo che ha retto quasi più del dovuto, obbligando per 30′ i maestri catalani a soli tentativi dalla distanza. Poi, beh, il campione è colui che stravolge le tattiche, che regala il guizzo improvviso e Messi, in tutto questo, è il terzo migliore di sempre dopo Pelé e Maradona. Ma l’italian style di Max, nonostante tutto, dopo il 2-2 con il Real Madrid dello scorso anno, ha retto ancora una volta: Abate, Nesta, Zambrotta, Ambrosini, Nocerino hanno guidato la truppa che ha trovato i suoi sbocchi nella brasilianità scattante del “Papero” e in quella rocciosa di Thiago Silva.

Tanti spunti per una serata particolare e particolarmente gradevole, sebbene i due pool in campo fossero su piani totalmente diversi ed imparagonabili. Ma siccome le partite si vincono col risultato e non (solo) col bel gioco, a noi, questa volta, può pure andar bene così.

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