In serate come quelle di ieri sera emerge sempre, da una parte o dall’altra, l’eroe che non ti aspetti. Quello che parte con un profilo basso, quello che tiene i riflettori e le pressioni lontanissimi, quello che tutti conoscono poco e da cui tutti si aspettano giusto il compitino. Chi ama il calcio a 360°, però, conosce ormai molto bene Matteo Darmian: autore di una stagione coi fiocchi con la maglia del Torino, è arrivato ai Campionati del Mondo con tanta voglia di far correre veloce quella fascia destra che ormai gli appartiene, con tanti favori e con l’assoluta voglia di conquistarsi una maglia da titolare.
Sì, perché Matteo era uno di quelli che di partire dall’inizio era tutto, fuorché sicuro. Ha convinto Cesare Prandelli con il lavoro di chi è abituato a non vedersi regalato nulla, allenamento dopo allenamento. Il coronamento del suo percorso, la micidiale prova di orgoglio, carattere e qualità di stanotte contro l’Inghilterra, gli è valso applausi, sorpresi apprezzamenti e pure la soddisfazione di esser incoronato uomo partita dagli spettatori di Sky.
Avanzata dopo avanzata, sovrapposizione dopo sovrapposizione, cross dopo cross il giovane granata, insomma, ha sgretolato le certezze della sempre più impaurita Inghilterra. E ha, forse, creato qualche rimpianto nel Diavolo, colpevole di averlo lasciato andare via troppo presto e troppo in fretta.