Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee prima di intraprendere l’attuale strada di Food&Beverage Manager a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter.
Alla fine tutto è andato come doveva andare. Clarence Seedorf a casa. Filippo Inzaghi promosso quale tecnico della Prima Squadra. Christian Brocchi, a sua volta, passato dagli Allievi alla Primavera. Si sapeva, era già scritto da tempo. Al di là di una parte della “piazza” rossonera che ha tentato di far sentire la propria voce a favore del tecnico olandese. Anche se – va detto – quando si è trattato di manifestare questo attaccamento a Seedorf il tentativo è andato miseramente a fallire.
La morale non può che essere una vittoria (netta quanto imprevedibile sei mesi fa) di Adriano Galliani. L’amministratore delegato rossonero con delega alla parte sportiva ha ottenuto un successo su tutta la linea, portando in panchina SuperPippo, suo “pupillo” allevato con grande cura prima negli Allievi poi lo scorso anno con la Primavera. Come la tela di Penelope, Galliani ha lavorato con pazienza ad un progetto accarezzato probabilmente già ai tempi di Massimiliano Allegri. Ad Arcore aveva portato anche altre candidature, ben sapendo che sul piano tecnico-economico-pubblicitario non sarebbero state sposate dalle proprietà (vedi il caso Emery).
Resta lampante, nella chiusura del capitolo Seedorf, la freddezza del comunicato di congedo, a testimonianza dei rapporti gelidi tra la società (almeno la parte sportiva) e l’olandese. Stavolta, è davvero un addio. Mai una nota ufficiale di esonero era stata diffusa senza un minimo convenevole di augurio per il futuro. Ora sarà battaglia legale, soprattutto perchè difficilmente Seedorf si accaserà da qualche parte. Al contrario, c’è da attendersi una contromossa magari condita da qualche intervista al vetriolo che aiuterà a capire meglio il terremoto che in poche settimane ha abbattuto un decennio di rapporto professionale e umano tra l’olandese e il Milan.