Lino Dimitri è giornalista pubblicista dal 2012. Redattore di SpazioMilan.it dal settembre 2011: è sua la firma nell’editoriale del sabato. Lavora nella redazione di LecceNews24.it occupandosi di cronaca, politica, eventi e sport. In passato ha collaborato con Bordocampo.net e Sportmain.it.
Il Milan riparte. Dopo una stagione disastrosa e costellata da tanti equivoci, dopo due allenatori esonerati nel giro di pochi mesi, si ricomincerà da Pippo Inzaghi. Ormai, anche se dubbi non ce ne sono mai stati, è ufficiale. Saranno la grinta e la fame di vittorie di Superpippo a cercare di riportare in alto il Diavolo. L’ufficialità definitiva è stata data, nelle ultime ore, da Silvio Berlusconi, per la prima volta in visita al “santuario” rossonero di Casa Milan. Un gesto simbolico, ma inequivocabile: l’ex Cavaliere resta il numero uno, padre padrone di questa squadra ed alla fine si fa come dice lui.
Lui ha voluto il forte inserimento di sua figlia nell’organigramma societario, lui ha voluto e poi silurato Seedorf, lui ha scelto di continuare ad affidarsi ad Adriano Galliani nelle scelte di mercato e giocatori. Ed ora, sembrano essere proprio questi tre i punti saldi del nuovo Milan. Il mercato continua a riempire le sue pagine con parametri zero, ma sembra esserci la voglia di ringiovanire in maniera nostrana la rosa milanista. Agazzi, Menez, Alex, la voglia di riscatto di Rami, le porte chiuse in faccia ad alcuni esuberi esosi: sembrano essere segni inequivocabili di una certa strada da seguire che, però, potrebbe definirsi finalmente essere delineata, disegnata, ben precisa su come indirizzare il futuro.
Vedremo che risvolti prenderà un’estate che si annuncia caldissima, vedremo se Balotelli dovrà imparare a fare la punta a Milanello o potrà continuare con la sua anarchia tattica altrove, ma forse il profumo di un’aria nuova, diversa, inizia ad aleggiare dalla sponda rossonera del Naviglio. Il Presidente ha parlato di un Milan che deve tornare ad essere grande, di una bacheca da continuare a riempire, ma non ha illuso nessuno. Ed è quello che il tifoso rossonero vuole evitare di sentire. Dopo l’acquisto di Kakà, nel settembre 2013, Galliani parlò di squadra competitiva per lo scudetto. Poi, è arrivata un’annata disgraziata che ha avvilito, e non poco, i tifosi rossoneri.
Il milanista è abituato bene, ma ultimamente sta ingoiando troppi bocconi amari e odia essere preso in giro. Obiettivi chiari e ben dichiarati, un progetto ed un’idea di futuro, movimenti intelligenti e non dettati da meccanismi ambigui di logiche di mercato: basterebbe questo per ridare il sorriso ai tifosi rossoneri. Inzaghi potrebbe incarnare alla perfezione lo spirito di rivalsa che è vivo nell’ambiente rossonero, ma ci devono essere molte componenti che combacino affinché un matrimonio sia felice. Le premesse, al momento, sembrano essere quelle giuste, ma, ora come ora, è molto meglio aspettare, sedersi comodi ed osservare con molta attenzione quello che succede.